di Noemi Stucchi
Diretto da Simone Godano, “Moglie e marito” è un film del 2017 prodotto da Matteo Rovere per Groenlandia e Roberto Sessa per Picomedia. Distribuito dalla Warner Bros. Italia, oggi è disponibile anche su Netflix.
Eccoli là, sull’orlo del divorzio, ormai distanti anni luce. Già dalle prime scene che immortalano la loro prima seduta di terapia di coppia, si capisce come ciò non basterà per far sì che tra i due possa rinascere una comprensione reciproca. Urlano e si rinfacciano ciò che non sopportano più dell’altro. Il solito clichè; lei ha appena avuto il secondo figlio e si sente grassa e incompresa, lui respinto dalla moglie in ogni modo. Uno contro l’altro, i due sono sprofondati nel lavoro e nelle proprie difficoltà tanto da non sembrare più neanche Moglie e Marito.
Lei è Kasia Smutniak e interpreta Sofia, affascinante donna in carriera e personaggio televisivo, astro nascente per la conduzione di un nuovo programma che potrebbe portarla al successo.
Lui è Pierfrancesco Favino nei panni di Andrea, medico neurochirurgo e ricercatore. Definito dalla moglie come “scienziato pazzo”, Andrea affianca alla professione un lavoro di ricerca che ha condotto negli anni con il supporto del collega, nonché migliore amico, Michele (Valerio Aprea). Lo studio verte sulla funzionalità del cervello per poter trasmettere i pensieri attraverso un apposito congegno che prende il nome di Charlie. Il progetto è funzionante, ma non ancora ultimato. Una grande scoperta che potrebbe far vincere ad Andrea un’importante borsa di studio.
Così una sera, dopo l’ennesimo litigio, Andrea decide di testare la sua invenzione cercando di collegare i suoi pensieri a quelli di Sofia. Lei vede qualcosa che non doveva sapere, lui è contento perché Charlie funziona, lei si arrabbia e per errore rovescia il contenuto di una tazza da tè sui fili ed è subito un cortocircuito. Cambio scena, Andrea si risveglia Sofia, Sofia come Andrea.
Si trovano uno nel corpo dell’altra, almeno così pare, perché non è del tutto chiaro cosa sia successo. Si sa solo che da questo momento in poi vedremo Pierfrancesco Favino destreggiarsi come donna e Kasia Smutniak nel ruolo del marito con uno scambio di identità e di genere. È la perenne battaglia maschi contro femmine, la ribalta del gioco dei generi che riesce tuttavia a non prendersi troppo sul serio e ad assume tratti divertenti.
L’esperimento mal riuscito farà sì che i due possano trovarsi letteralmente uno nei panni dell’altro. Il pretesto è surreale e serve a uno scopo: far uscire i due protagonisti dal proprio guscio per poter assumere il punto di vista dell’altro per comprendersi a vicenda. Una commedia a tratti molto intensa che ha inevitabilmente un risvolto tragicomico, senza esclusione di colpi esilaranti.
Costretti a fare uno il lavoro dell’altro, Andrea dovrà condurre un programma sull’etichetta femminile. Dopo un primo momento in cui rischierà di affossare la reputazione e la professionalità della moglie, nel corso del film lo vedremo crescere e cambiare la propria opinione sulle donne, pur rimanendo fedele a se stesso. Dall’altro canto, Sofia metterà a repentaglio la ricerca del marito fidandosi delle persone sbagliate e il progetto verrà “rubato”, ma ben presto si renderà conto di quanto l’odiato Michele sia in realtà una persona affidabile e un amico sincero.
Nello sviluppo del racconto, proprio quando sembra andare sempre meglio ecco che tornano alla mente dei due coniugi alcuni flashback che riportano alla luce verità nascoste sul partner. Ma, senza svelare i dettagli, tutto è bene quel che finisce bene. Tra varie peripezie riusciranno a riappropriarsi dell’esperimento e a riscoprire quell’amore da tempo dimenticato, ma ritorneranno mai alla normalità? Il finale rimane aperto e conquista per l’intensità del dialogo. Per chi ha già visto il film, rimane indimenticabile la rivelazione di Andrea sui veri motivi che lo hanno portato a condurre la ricerca, così come la paura dei due protagonisti di tornare nel proprio corpo e di non ricordare più niente. Ma se avessero potuto sperare di ricordare qualcosa dell’esperienza vissuta, avrebbero sicuramente voluto ricordare …
La trama riprende un espediente che abbiamo già visto altre volte come citazione di quel “body swap”, (scambio dei corpi) che molto spesso ha caratterizzato i film americani. Moglie e Marito è una brillante commedia che riesce a far proprio un canovaccio della tradizione cinematografica grazie alla sceneggiatura di Giulia Steigerwalt e all’interpretazione degli attori. Perché in fondo i veri protagonisti sono loro e il film non sarebbe stato lo stesso senza Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak che interpretano i loro personaggi in maniera credibile e in modo divertente. Se Favino ironizza e gioca calandosi nella sua parte e nel genere femminile, Kasia Smutniak sembra essere un’altra persona. Un’interpretazione strepitosa che non cade nella facile caricatura e che traspare anche attraverso la mimica e il linguaggio del corpo.