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Un colpevole silenzio: il nuovo romanzo di Daniela Missaglia

di Noemi Stucchi

«Si dice che ogni persona è un’isola, e non è vero, ogni persona è un silenzio, questo sì, un silenzio, ciascuna con il proprio silenzio, ciascuna con il silenzio che è».
[Il riferimento al libro a p. 133 A parlare è Ettore Audisio citando un’aforisma di Josè Saramago].

Un dolore nascosto, nel profondo, che cresce fino a diventare insostenibile. Poi il ritrovamento delle pagine di un diario personale, parole scritte e mai dette.

Così capita che un giorno, di notte, il peso di questa storia, così simile a tante altre, diventa insostenibile per chi ha letto, ascoltato e compreso. L’unico modo per liberarsi è raccontare, perché si sappia, affinchè venga data voce a chi non è mai riuscito a urlare. Un libro che diventa una valvola di sfogo, un fiume di parole, per rompere quel silenzio colpevole che, mai al singolare, viene declinato nella pluralità di chi ha taciuto o fatto finta di non aver visto.

È così che prende forma Un colpevole silenzio, il nuovo libro di Daniela Missaglia. Suo primo romanzo dopo Ingiustizia famigliare e Crimini d’amore (articoli a cura di Duccio Locati) che racconta in maniera romanzata quella storia, una di tante, di un ragazzo vittima di bullismo.
Per saperne di più, ecco qui l’intervista all’autrice.

Ormai è troppo tardi, tutto è già stato compiuto. Nessuna possibilità di salvezza per una storia che è già stata scritta ma che viene ora riletta al contrario attraverso lo sguardo di una terza persona, Ettore Audisio, il giornalista senza lavoro che da poco è stato licenziato per via del suo carattere scomodo e combattivo.

Giovanni Castellini è la parte lesa. Un ragazzo poco meno che adolescente, con una passione per il nuoto, fragile e maturo, più avanti della sua età. Attraverso le pagine di diario conosciamo i suoi pensieri, lasciti di emozioni tormentate, complesse, profonde.
La mamma è Paola Monti, una donna composta, fragile, che trova in Ettore un amico con cui riesce a confidarsi per la prima volta. Da contraltare c’è l’avvocato Ludovica, la nonna di Giovanni tanto idolatrata dal nipote, punto saldo della famiglia, composta e austera, combattiva e in cerca di verità e giustizia.

In passato Ettore Audisio aveva condotto alcune ricerche sul bullismo e il cyber bullismo e si era scontrato con dati e numeri facendosi un’idea. Ora, forse per la prima volta, si trova a contatto con la propria emotività e verrà chiamato in causa non solo come giornalista, ma come padre, come ex marito.

Il libro si sviluppa in due parti. Nella prima “silenzio e colpa” impariamo a conoscere Giovanni attraverso il racconto di chi gli ha voluto bene e ne emerge un ritratto collettivo e unanime. Nella seconda parte del libro intitolata “ Giustizia e dolore”  i tre personaggi decideranno di agire, e avranno corso gli eventi fino alle estreme conseguenze.

Cosa passa per la mente di un ragazzo di tredici anni che decide di farla finita? Attraverso la voce di Daniela Missaglia ascoltiamo le ragioni di un gesto che sembra incomprensibile, soprattutto per un ragazzo che ha ancora tutto davanti a sé. Si sarebbe potuto evitare e come? Cos’è la felicità e, se esiste, può essere di più che bramare la semplice tranquillità dell’essere considerati? Daniela Missaglia riflette sul significato di felicità, sul senso di colpa, sul senso di giustizia.

Chi sono i colpevoli? Daniela Missaglia entra nello specifico, nella legge e nel caso giuridico (riferimenti al libro a pagina 103). Si parla dei provvedimenti della scuola e delle istituzioni educative nell’articolo 2048 del nostro Codice Civile quando si parla di Culpa in vigilando:

«I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi o apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza».

Lo stesso articolo 2048 prevede colpa per i genitori:

«Si tratta di Culpa in educando: significa che non hanno pensato a impartire un’educazione adeguata e corretta ai propri figli».

Quando si parla di suicidio e quanto di istigazione al suicidio? Possono essere additati dei veri colpevoli? Si sarebbe potuto fare di più? Un’indagine giudiziaria, che non riguarda solo i bulli ma che coinvolge tutti quelli che avrebbero potuto dire, educare, ascoltare e fare di più.

Il tema scotta, attuale. Il bullismo e il cyber bullismo non si riversano solo sui soggetti più deboli, ma è un fenomeno che coinvolge in maniera indiretta anche le persone vicine come genitori e amici. Bisogna quindi parlare per far sì che la propria voce possa essere di aiuto in altri casi simili. Omertà: una parola che purtroppo ricorre spesso, quel silenzio che diventa una colpa.

Come scrive Maria Rita Parsi nella postfazione:

«… questo libro ha per protagonista il silenzio che si insinua tra le vite dei personaggi (…) Un silenzio che uccide e che chiede perdono per non aver visto, per non aver capito, per non aver fatto, per non aver detto, per non aver vigilato, per non aver educato».

Daniela Missaglia primo piano

Daniela Missaglia

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