di Davide Foti
Sono passati tre anni, le strade delle due famiglie si incrociano di nuovo: Alessio (Simone de Bianchi) lavora in un pub a Londra e incontra la vecchia fiamma Agnese (Alice Maselli).
Nel frattempo, a Roma, Monica viene arrestata per colpa delle gemelle che hanno nascosto merce rubata nei fusti dell’olio del nuovo locale della donna interpretata da Paola Cortellesi.
Non vuole farsi trovare in carcere al ritorno del figlio, quindi chiede aiuto a Giovanni (Antonio Albanese), erroneamente conosciuto come ministro, ma definito semplicemente “pensatore”.
Giovanni è impegnato in un progetto di recupero di uno spazio di periferia per renderlo uno spazio culturale. Per aiutare Monica ad uscire di prigione riesce a far scontare la pena in lavoro sociale presso la parrocchia di San Basilio, guidata da Don Davide (Luca Argentero), tanto bello quanto Pio. In questo modo le vite di Monica e Giovanni si intrecciano nuovamente, ma questa volta tra i due sembra nascere qualcosa di profondo.
A completare il cast vi è Claudio Amendola che interpreta Sergio, l’ex marito di Monica; Sonia Bergamasco nei panni di Luce, ex moglie di Giovanni, mentre la nuova compagna Camilla è Sarah Felberbaum.
Riccardo Milani torna a raccontare una storia d’amore che era durata proprio “come un gatto in tangenziale”, ma questa volta ha qualcosa in più da dire: arricchisce la storia di personaggi, dettagli, ma soprattutto con tematiche molto forti, come l’importanza di vivere o fare volontariato in una comunità, l’integrazione, la violenza sulle donne, la criminalità, la povertà, l’uguaglianza e, su tutti, l’aiuto verso il prossimo.
Monica ripete spesso la frase “con la cultura nun se magna”, arrivando pian piano a capire che invece la cultura non è solo gente chic, ma una commovente bellezza della Roma notturna, uno spettacolo teatrale e un pianoforte che suona tra le case popolari. La periferia non è solo chiasso, corrente rubata e servizi basilari, ma anche bellezza che si può colorare e rendere piena di vita.
Come un gatto in tangenziale: ritorno a Coccia di Morto non è un film moralista e bacchettone, ma regala risate e commozione in un luogo dove non si può distinguere un ministro da un disoccupato, un abusivo da un giornalista, ma mette tutti sullo stesso piano.
Un altro ottimo lavoro per il regista romano Riccardo Milani, che riesce a tirare fuori il meglio da ogni attore, aiutato da un ottimo cast e soprattutto in gran forma (specialmente Antonio Albanese). Si diverte anche a mettere piccole citazioni negli incubi dei due protagonisti sulla spiaggia a Coccia di Morto.
Monica ha un incontro bergmaniano con la morte (Il settimo sigillo), ma invece che a scacchi ci gioca a scopa e vince.
Giovanni, più sfortunato, incontra Pamela e Sue nelle vesti delle gemelle di Shining che lo invitano a giocare con loro.
Credits: @Vision Distribution