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Ascoli Bottoni, tra tradizione e innovazione

26 Aprile 2018
12.544 Views
 di Erika Lacava

Lavorazioni finissime e un tripudio di colori. In prevalenza rotondi ma anche quadrati, allungati, di acciaio dorato, in morbido tessuto… Sono le collezioni di Ascoli Bottoni, in mostra eccezionalmente per l’evento “Allacciando tradizione & Innovazione” della Design Week milanese in occasione della nascita del nuovo distretto del design Area Porta Romana.

Nei giorni scorsi lo storico bottonificio Ascoli Bottoni ha aperto per la prima volta le porte al pubblico per mostrare i suoi archivi, ed è una festa per gli occhi. Come i bambini che svuotano la scatola dei bottoni della nonna e restano lì a rimestarli tra le mani, Monica e Silvia Astoli, attuali proprietarie dello stabilimento, aprono le migliaia di scatole custodite negli scaffali per srotolare il filo rosso della storia.

Rilevata dal bisnonno Umberto Ascoli nel lontano 1903, l’azienda ha conservato intatto il nome di famiglia, ancora oggi leggermente distorto per le leggi razziali del ventennio fascista. Oggi l’impresa è arrivata alla quinta generazione, con l’inserimento dei figli di Monica, Pietro e Filippo, laureati alla European Business School di Londra, e il futuro inserimento di Sofia, un master in Fashion Business alla Marangoni, e dei tre figli di Silvia a cui, in collaborazione con la CCO Paola Foscarini, è demandata tutta l’operatività aziendale.

Monica Astoli

La produzione di bottoni è sempre stata esternalizzata rispetto agli uffici, dove si svolge la parte creativa, il marketing e il controllo qualità. L’Ufficio Stile è composto da Andrea Casana, giovane designer laureato in Architettura con specializzazione in Industrial Design, e da Monica Astoli che si occupa dello sviluppo coerente di una collezione. Entrambi sono fucine di idee, Andrea con un approccio più pragmatico, già concepito in funzione dello sviluppo del prodotto, Monica più estroso e istintivo.

L’ispirazione per la creazione di un nuovo bottone arriva nel modo più vario, tenendo gli occhi e la mente ben aperti. Il particolare design di un piatto al ristorante può far nascere (e ha fatto nascere realmente) la linea di un bottone, e una guarnizione del rubinetto è già stata trasformata in un sistema di chiusura. Gli oggetti più disparati possono creativamente essere traslati da un piano all’altro per creare bottoni particolarissimi e unici.

Nata da eccellenze dell’artigianato, in un periodo dove tutto era meticolosamente manuale, Ascoli Bottoni si è sviluppata lungo il secolo abbinando una sapiente valorizzazione del patrimonio storico a un continuo lavoro di ricerca e innovazione nel campo dei materiali e del design, il tutto mixato da forti doti imprenditoriali e da una approfondita conoscenza del mercato. Il risultato è un prodotto all’avanguardia, in linea con le nuove tecnologie, sviluppato per offrire sul mercato prodotti sempre innovativi.

Ordinati su pannelli espositori e raggruppati per anni, i bottoni in mostra sono il segno tangibile del passare del tempo, leggibile sui materiali impiegati, le forme e gli stili.

Dal 1900 al 2010, i bottoni hanno solo mantenuto intatta la funzione di chiusura. Tutto il resto ha subito un profondo cambiamento. Dai bottoni sottilissimi in ottone tranciato degli Anni ‘00 e ’10 del secolo scorso, con forme delle più disparate (libellula, cavalluccio marino, arpa, tamburo…) ai primi colorati degli Anni ’20 e ’30 che subiscono le influenze dell’Art Deco. Negli anni ’40, con i tempi cupi della guerra e del dopoguerra, i colori si fanno sobri per poi tornare chiari, di tinte pastello e con i classici luccichii negli Anni ’50, per un mood romantico, da casa delle bambole.

Negli Anni ‘60 nasce lo stile moderno, il grafismo dalle linee pulite e dagli intarsi geometrici. I ‘70, sotto le spinte di un rinnovato naturalismo, fanno assistere al recupero dell’artigianato ma con l’impiego di materiali diversi, come la plastica e le pelli. I colori si fanno vivi e sgargianti, le forme ricercate e le geometrie pop. Gli Anni ‘80 nuovamente puliscono i toni e si ritorna alla lavorazione della forma. Nei ’90 si fa forte l’influenza di Versace, del metallo e delle grandi dimensioni, dell’opulenza del color oro.

A partire dal 2000 il design inizia ad essere personalizzato e brandizzato, realizzato cioè espressamente, e spesso in esclusiva, per una casa di moda. Finita l’era in cui i bottoni venivano portati alle mercerie per le ordinazioni generiche, ci si indirizza più proficuamente verso la personalizzazione del prodotto. “Finché c’erano le mercerie”, spiega Monica Astoli, “i bottoni venivano mostrati su campioni tra cui scegliere e ordinare. Oggi i bottoni sono realizzati in collaborazione con gli stilisti delle case di moda”.

Tra le case con cui Ascoli Bottoni collabora troviamo Versace, Gucci, Armani, Prada, Pimko, Burberry, ma anche marchi low cost come Zara e HM. Si lavora anche e soprattutto con start up, per dei brand di piccole-medie dimensioni e costi di lavorazione che variano di molto a seconda dei materiali e delle finiture richieste. Si produce il bottone a partire da un tessuto, un modellino d’abito o un semplice schizzo, cercando di realizzare le richieste del cliente. Si fanno accostamenti, simulando l’effetto su pannelli grafici. Nascono così le collezioni di Ascoli Bottoni.

Gli archivi di Ascoli Bottoni

A fine 2000 l’azienda, che aveva prodotto fino a quel momento esclusivamente per il settore femminile, dall’abito all’accessorio, inizia ad occuparsi anche del maschile, raggiungendo anche questa grossa fetta di mercato. Negli anni ’10 del nuovo secolo c’è un ritorno, da una parte, allo stile overdecorato, rococò, tipico di Gucci, e dall’altra, all’artigianato, con piccoli gomitoli di tessuto, bottoni di paglia e raffinati procedimenti di invecchiamento. Molti di questi bottoni sono tuttora realizzati e cuciti a mano, con un ottimo rapporto qualità-prezzo grazie alle lavorazioni eseguite in varie sedi produttive in India e Cina, sotto il tutoring diretto dell’azienda. A Hong Kong infatti da anni è attiva la sede gemella di Ascoli Bottoni, per la gestione delle commesse che vengono lavorate sul territorio asiatico. Attualmente, la recente collaborazione con le americane Supreme e Coach sta portando all’apertura del mercato di Ascoli negli Stati Uniti.

Tutto questo sempre con un’elevata attenzione ai dettagli e un’accurata scelta dei materiali. Ceramica, osso, resina, corno, con un particolare tipo di lavorazione detta “corno sfrangiato”, con bordi così morbidi da sembrare di pelle. Vetro, acciaio, perle, tessuto, plexiglas, e un vastissimo uso della galatite, una delle prime plastiche derivate da una proteina del latte. E poi i bottoni bicomponenti, costituiti dall’abbinamento di due materiali… Un’azienda fatta di tecnologia e tradizione insieme, in cui l’una non può essere portata avanti senza l’altra.

Controllo qualità

E cosa troveremo nel futuro del bottone? Nel futuro ci sono le cerniere in plastica e le chiusure grandi, dice Monica Astoli. E non è una previsione, ma una certezza. Perché Ascoli Bottoni, lavorando sulle grandi marche, precorre i tempi e detta la linea di tendenza futura. Nel senso letterale del termine: attualmente, infatti, sta lavorando alla collezione che sarà presentata nel 2020. E noi non vediamo l’ora che il futuro sia qui.

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