di Eleonora Attolico
La rigidezza dei Sassi di Matera e gli orologi molli di Salvador Dalì (1904-1989). La cittadina della Basilicata è un luogo senza tempo abitato sin dalla preistoria che si armonizza perfettamente con le opere visionarie dell’artista spagnolo-catalano. L’esposizione “Salvador Dalì- La persistenza degli Opposti” è una delle iniziative più interessanti legate alla nomina di Matera Capitale europea della cultura. Si potrà visitare fino a 30 novembre 2019 nel Complesso Rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci. Inoltre alcune sculture si incontrano lungo le strade e nelle piazze del centro storico.
L’idea è venuta a Beniamino Levi, presidente di Dalì Universe, una società creata in onore del genio che gestisce una delle più grandi collezioni private al mondo. È conscio dell’unicità dell’iniziativa e in conferenza stampa aveva dichiarato: “Riuscire ad introdurlo in questi spazi surreali è stata una fortuna che non avevamo nemmeno immaginato”. Sono duecento le opere esposte tra sculture in bronzo, oggetti in vetro, sedie, tavoli, lampade, libri e illustrazioni. Un mondo permeato dalla psicoanalisi di Sigmund Freud che nel 1938, incontrandolo a Londra, scrisse in una lettera all’amico Stefan Zweig che li aveva presentati: “Ti ringrazio per avermi fatto conoscere il giovane spagnolo dagli occhi candidi e fanatici”.
Il percorso di Matera è stato ideato per rappresentare i dualismi concettuali del suo pensiero surrealista e non solo. Tra razionale e irrazionale. La mostra è divisa in quattro temi: il Tempo, gli Involucri, la Religione e le Metamorfosi.
Cominciamo dal Tempo che Salvador Dalì vede come costante-incostante nella sua mollezza. La relatività permea ogni cosa, porta con sé la paura della morte, del passare dei giorni e le ansie dell’uomo. Dalì tramite il metodo paranoico-critico scandagliava l’agitazione dell’inconscio. Passiamo agli Involucri. Era convinto che gli individui si costruiscano delle difese protettive dure (nel suo caso i baffi, i sorrisi, le frasi stravaganti ecc…). Queste protezioni si erigono intorno alla psiche che invece è morbida e vulnerabile.
Terzo tema: la Religione. Ha avuto un ruolo importante dagli anni Cinquanta in poi. L’artista aveva sviluppato la mistica nucleare dopo l’esplosione dell’atomica nel ’45. Iniziò a reinterpretare figure religiose attraverso concetti scientifici e giochi spaziali. Infine parlando di Metamorfosi si parla della sovrapposizione di due universi: quello della realtà pura, atavica e geologica e quello della coerenza del mondo onirico. Una roccia si trasforma in un gallo o in un cammello.
Non andate via prima di aver osservato la scultura in bronzo intitolata “Donna in Fiamme”. Il fuoco rappresenta la passione e simboleggia il desiderio femminile. I cassetti del corpo sono la memoria inconscia. Racchiudono i segreti della donna, la sua sensualità. Un’opera importante che conferisce a Matera un passaporto da città dell’arte internazionale. Non a caso è stata esposta a Parigi in place Vendôme, al Time Warner Center di New York e su Rodeo Drive a Beverly Hills. Luoghi che, per quanto famosi, mai potranno essere paragonati al mistero dei Sassi.