di Carlo Schiavoni e Carlo Golinelli
Di origini milanesi, Antonello Allemandi studia pianoforte con Paolo Bordoni e composizione insieme ad Azio Corghi, al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Prosegue i suoi studi di direzione con Franco Ferrara all’Accademia Chigiana di Siena e successivamente a Salisburgo, in Inghilterra e a Tanglewood negli USA con Seiji Ozawa e Leonard Bernstein.
A soli 21 anni debutta col Maggio Musicale Fiorentino come direttore d’orchestra segnando l’inizio di una carriera internazionale densissima che lo porta ad esibirsi nelle più importanti sale d’opera e da concerto del mondo. Tra queste si possono citare: Wiener Staatsoper, con la quale lavora dirigendo opere quali La Traviata e I Puritani di Bellini, Théatre des Champs-Elysées, Tosca e Un ballo in maschera di Verdi all’Opéra National de Paris, al Covent Garden Il Barbiere di Siviglia, Metropolitan, Deutsche Oper di Berlino, Bayerische Staatsoper di Monaco dove diresse L’Italiana in Algeri nel 1995-1996 e Norma e Il Trovatore nel 2016, Teatro Real de Madrid dove condusse il Don Carlo, Gran Teatre del Liceu di Barcelona, Bunka Kaikan di Tokyo, Rossini Opera Festival di Pesaro, Festival Verdi di Parma, Festival de Santander, e molti altri.
Collabora inoltre con le maggiori orchestre italiane: Orchestra del Festival di Pesaro, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, la RAI di Torino, L’Orchestra sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, Il Teatro dell’Opera di Roma, Il Teatro Comunale di Bologna, Teatro Regio di Torino, Teatro Massimo di Palermo.
Direttore dall’agenda fittissima, riusciamo a fermarlo una mattina per fargli alcune domande sulla sua carriera e sulla sua ultima collaborazione con la Bayerische Staatsoper di Monaco, teatro ove in Maggio porterà in scena il Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini (7-10-14-17 Maggio 2017). Inoltre nell’Aprile del 2018 sarà a Dresda alla Semperoper per dirigere L’elisir d’amore di Donizetti.

Il maestro Antonello Allemandi
Maestro, innanzitutto desideriamo chiederle che versione di Guglielmo Tell si ascolterà alla Bayerische Staatsoper?
E’ la versione in francese dell’opera, Rossini la scrisse nel 1829. Lui si trovava già a Parigi da qualche anno, all’apice del suo successo: intorno al 1820-24 più della metà delle opere in scena alla Scala erano di Rossini.
Lui lasciò tutto e andò a Parigi, “pigrone” com’era non scrisse nulla se non rifacimenti di tre o quattro opere italiane, che fece in versione francese, facendo così conoscere in Francia le sue grandi opere. Nel ’29 finalmente scrisse il Guglielmo Tell ,in versione francese; ci fu poi naturalmente anche una versione italiana. Però questa opera meravigliosa nacque per Parigi.
Dopo Guglielmo Tell, Gioacchino Rossini non scriverà più per il teatro. Maestro, qual è la sua opinione? Come si può cercare di spiegare il silenzio di Rossini dopo un tale capolavoro del teatro in musica?
Innanzitutto, un po’ scherzando, il segno zodiacale di Rossini, così come il mio, è Pesci: era un pigrone, aveva un grande talento ma anche una grande pigrizia, ed era arrivato a un punto in cui aveva detto molto. Non scrisse più per il teatro, ma continuò comunque a comporre musica, pezzi per voce e pianoforte, lo Stabat Mater, la Petite Messe Solennelle, e altre poche chicche.
Bisogna tenere conto che il Guglielmo Tell è del ’29. La prima opera di Verdi, che è l’Oberto, (che io tra l’altro ho diretto al festival Verdi di Parma), è di dieci anni dopo. Ma nel Guglielmo Tell ci sono dei cori, che stilisticamente fanno già pensare al primo Verdi. O ancora, ci sono passaggi che rimandano a Giacomo Meyerbeer e alle Grand Opéras francesi, ci sono momenti sinfonici che sembrano tratti da Schubert. Quello che voglio dire è che si tratta di un linguaggio molto diverso dal Rossini che conoscevamo prima del Guglielmo Tell, che era basato molto sul ritmo come cifra stilistica, ed è quindi e un apertura di enorme importanza.

Antonello Allemandi ph. di Roberto Ricci
L’allestimento di Monaco è stato affidato a un regista d’avanguardia, molto attivo in Germania, quale Antonio Romero Nunes. Che impostazione ne ha dato? Ricordo che alla prima, il pubblico rimase disorientato dalla scelta di eseguire la sinfonia all’inizio del secondo atto.
Il lavoro in Germania procede in questo modo: esistono delle nuove produzioni, che mi è capitato anche di dirigere, ad esempio Werther alla Deutsche Oper di Berlino anni fà, o Cavalleria Rusticana e Pagliacci al Teatro di Colonia, o Carmen a Lipsia, dove hai un grande numero di prove. Ci sono invece gli spettacoli di repertorio. Per esempio il teatro di Monaco di Baviera ogni anno fa quaranta titoli di opera differenti,dove la locandina ogni sera ha un titolo diverso e si fanno pochissime prove, spesso mai con l’orchestra, e di solito si va in scena con tre giorni di prove con i cantanti e poche di regia.
Il cast è ottimo: Gerard Finley è oggi Guglielmo Tell per antonomasia: Yosep Kang sarà un Arnold lirico e di tecnica irreprensibile, Erika Grimaldi sarà Matilde, che ne pensa Maestro?
Non conosco ancora i cantanti di quest’opera perché sono ancora in Francia a fare Cenerentola! Dunque non ho ancora conosciuto il cast.
La Bayerische Staatsoper presenta anche Semiramide di Rossini. Pochi teatri possono permettersi di eseguire, a pochi mesi di distanza, due capolavori così complessi e affascinanti. L’accostamento non sembra casuale.
No non sembra casuale in quanto le due opere fanno parte dello stile.
Io personalmente affronto il Guglielmo Tell per la prima volta quindi sono felice di fare questa opera perché è un capolavoro assoluto e non l’ho mai diretta fino ad ora.
Direi che ho avuto la fortuna in questi vent’ anni di aver diretto quattro delle opere buffe più famose e importanti di Rossini: l’Italiana in Algeri, il Barbiere di Siviglia, Cenerentola e Il Turco in Italia. Allo stesso tempo ho affrontato in diverse occasioni sia Semiramide sia Tancredi quindi opere che fanno parte del Rossini serio, quindi questo Guglielmo Tell và a siglare come la ciliegina sulla torta.
Gli anni Rossiniani al Festival di Pesaro mi hanno consentito di aver una licenza per dirigere Rossini in tutto il mondo, per esempio ho fatto Cenerentola al Metropolitan a New York circa dieci anni fa.
Maestro, qual è il suo rapporto con Rossini? Ne ha un’assidua frequentazione?
Sì ne ho una assidua frequentazione come da domanda precedente, ma assolutamente detesto quelle che sono le etichette, per cui mi sento a mio agio perfettamente anche con Puccini che non ha nulla a che fare con Rossini.
Ho diretto tutte le opere di Puccini, me ne mancano solo due che sono la La Fanciulla del West e La
Rondine. Mi definisco un esperto di Rossini ma l’etichette mi stanno strettissime, ribadisco. Ho diretto anche Verdi soprattutto quello delle ultime opere.

Antonello Allemandi ph. di Roberto Recanatesi
Infine Maestro una domanda di rito: quali sono i futuri impegni che più le stanno a cuore?
Io direi questo Turco in Italia ad Ottobre, ho due presenze nello stesso anno solare a Monaco ma in realtà in due stagioni diverse perché a Ottobre fa parte della stagione successiva.
Questo ritorno a Dresda a cui tengo molto con L’Elisir d’Amore perchè quella di Dresda è un’altra orchestra straordinaria, che ho avuto la fortuna di dirigere negli anni passati; sono molti anni che non ci torno e per questo sono molto contento. In passato lì ho diretto ben quattro titoli e in questa città non ho una collocazione rossiniana in quanto ho diretto Turandot e la Bohème, quindi due Puccini, e due Verdi. Quindi, infine sono contento di questo ritorno a Marzo prossimo a Dresda.
Per comprare i biglietti: Bayerische Staatsoper
Gioacchino Rossini- Guillaume Tell; Bayerische Staatsoper dal 7 al 17 maggio.
Direttore d’orchestra: Antonello Allemandi;
Regia di Antu’ Romero Nunes;
Scene di Florian Loesch;
Costumi di Annabelle Witt.
Interpreti principali: Guillaume Tell: Gerard Finley: Arnold Melcthal: Yosep Kang; Melcthal: Kristian Paul; Jemmy: Evgeniya Sotnikova; Gesler: Luca Tittoto; Matilde: Erika Grimaldi; Hedwige: Jennifer Johnston.