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“Attila” di Giuseppe Verdi alla Scala

30 Gennaio 2019
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di Carlo Schiavoni

Con “Attila” di Giuseppe Verdi, opera inaugurale della stagione scaligera 2018-2019, prosegue, da parte del direttore musicale Riccardo Chailly, l’esplorazione delle opere giovanili del nostro compositore. Non si può tuttavia sostenere che “Attila” sia opera negletta. Per limitarsi alle vicende scaligera, ricorderemo che essa venne rappresentata l’ultima volta nella stagione 2010-2011; Riccardo Muti ne diresse una memorabile edizione nei primi anni ’90, protagonista il grande Samuel Ramey. Riccardo Chailly si fa ammirare per la concertazione densa e analitica; la partitura giunge ad esecuzione dopo essere stata lungamente meditata. Il Maestro Chailly ha inoltre voluto eseguire cinque battute che Gioacchino Rossini scrisse quale introduzione al terzetto finale ed ha scelto per il personaggio di Foresto l’aria “Oh dolore! Ed io vivea” che Verdi scrisse per il tenore Napoleone Mariani in occasione della prima scaligera del 28 dicembre 1846.

L’ingresso in scena di Attila nell’allestimento di Davide Livermore. Si riconosce il protagonista: Ildar Abdrazakov (crediti fotografici: Teatro alla Scala@Brescia e Amisano).

Il regista Davide Livermore sposta l’epoca del dramma lirico agli ultimi anni della seconda guerra mondiale come suggeriscono le vedute di città distrutte e i costumi, firmati da Gianluca Falaschi, che richiamano alla memoria le divise dell’esercito tedesco. Ma Davide Livermore rispetta la drammaturgia verdiana sicchè il cambiamento d’epoca dal V secolo, previsto dal libretto, all’età moderna non è fine a se stesso. Egli concepisce il teatro in musica come opera d’arte totale in cui i video diventano parte integrante della scenografia. La citazione poi dell’”Incontro di Leone Magno con Attila” di Raffaello costituisce un autentico colpo di teatro.

Il protagonista maschile Ildar Abdrazakov ed il coro scaligero (crediti fotografici: Teatro alla Scala@Brescia e Amisano).

Ildar Abdrazakov si rivela interprete carismatico, vocalmente e scenicamente; ottiene così un autentico trionfo personale. Non poteva essere altrimenti. Un debutto felice è quello di Saioa Hernandez: affronta con dovizia di mezzi vocali i furori guerreschi di Odabella. George Petean è tra i pochi baritoni che possono oggi definirsi verdiani: il suo è un Ezio di lusso. Fabio Sartori, Foresto, compensa una non esaltante presenza scenica con la sua avvincente vocalità. Il Coro, diretto da Bruno Casoni, dimostra, un volta di più, di essere un’autentica colonna del Teatro. Buona stagione a tutti.

Una veduta d’assieme del secondo atto, scena quinta (crediti fotografici: Teatro alla Scala@Brescia e Amisano).

Attila” di Giuseppe Verdi; Teatro alla Scala dal 7 dicembre 2018 al 8 gennaio 2019; Direttore d’orchestra: Riccardo Chailly; Maestro del coro: Bruno Casoni; regia di: Davide Livermore; scene di: Giò Forma; costumi di: Gianluca Falaschi; video di: D-Wok; luci di: Antonio Castro. Personaggi e interpreti: Attila: Ildar Abdrazakov; Ezio: Geroge Petean; Odabella: Saioa Hernandez; Foresto: Fabio Sartori; Uldino: Francesco Pittari; Leone: Gianluca Buratto.

La sala del teatro ed il pubblico durante l’esecuzione dell’inno nazionale (crediti fotografici: Teatro alla Scala@Brescia e Amisano).

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