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BottleFall, l’arte del riciclo

11 Giugno 2018
3.901 Views
di Vittoria F. M. Dubini

In occasione della scorsa edizione del Salone del Mobile, una cascata di oltre mille bottiglie di plastica è stata allestita negli spazi espositivi del Giardino Comunitario Lea Garofalo di Via Montello. «Notonlymagazine» incontra Chiara Zucchi, la mente di BottleFall, un’installazione dai propositi colorati e brillanti ma dalle cui trasparenze traspare “la verità, l’aspra verità”1. L’ambivalenza dell’opera, suggerita già dal titolo, ha riscosso grande interesse ed entusiasmo da parte dei numerosi visitatori.

Chiara Zucchi presentando “BottleFall”, Giardino Comunitario Lea Garofalo, Via Montello, Milano, foto di Vittoria F. M. Dubini

Nata a Milano nel 1992, Chiara Zucchi cresce in un ambiente dove la creatività è all’ordine del giorno. Dopo il Liceo Artistico si iscrive a Design della Moda ma, percependo i limiti di una ricerca vincolata all’ornamento della figura umana, volge lo sguardo a realtà diverse. Insaziabilmente curiosa e desiderosa di dare libero sfogo ai propri interessi:

“[…] mi sono trasferita a Londra nel 2012 per cercare approcci innovativi, nuovi stimoli per la produzione creativa e mettermi a confronto con una realtà più internazionale. Qui ho frequentato il corso di Orientation in Art and Design e Foundation, dove ho avuto modo di «sporcarmi le mani», sperimentando tecniche, metodi, materiali diversi. Ho deciso di intraprendere gli studi di Interaction Design Arts presso la LCC (UAL) per non limitare la produzione creativa a un range specifico di materiali e funzioni, ma lasciarmi guidare dal contenuto nella scelta della forma comunicativa estesa a tecnologie e media all’avanguardia”.

“Durante gli studi, ho esplorato una serie di percorsi, tra cui lo studio del futuro (futurology), il design speculativo e critico, la scienza comportamentale e l’apprendimento empirico. Le mie scelte universitarie sono state dettate dalla mia passione per lo sviluppo di soluzioni creative. Riconsiderare argomenti e sfidare prospettive, spesso utilizzando il pensiero laterale per ottenere nuove interpretazioni delle cose”.

A questo proposito, Chiara realizza ed espone al Wonderlab del Science Museum di Londra Balance Out, una gigantesca altalena in legno con sedili scorrevoli ideata per dimostrare empiricamente il principio delle leve. La familiarità dell’immagine del dondolo ha permesso di intuire facilmente la teoria scientifica attraverso il coinvolgimento del pubblico.

Parallelamente agli studi, mette a fuoco una serie di aspetti, concetti e accezioni, in maniera provocatoria e paradossale, facendo del senso comune una sorta di parodia. Ispirata dalla ricerca di “the uncommon beauty of common things”2, Chiara osserva meticolosamente la realtà, i comportamenti e le reazioni umane, traendone spunto per la produzione creativa di performance e progetti interattivi, mettendo in dialogo il digitale con l’analogico. Realizza un font studiando l’interazione dello spettatore attraverso il gioco e il movimento delle ombre, raccoglie e colleziona oggetti stravaganti, scovati fra sporcizie e scarti urbani. Sviluppa un linguaggio fotografico singolare, iperbolico, esasperando la fotografia attraverso un editing forte di immagini inconsuete di scorci, dettagli, attimi che talvolta suscitano dissenso.

Nel frattempo, comincia ad affrontare tematiche a sfondo sociale e ambientale, assumendo un atteggiamento critico e propositivo nello sviluppo di progetti innovativi. In occasione del LCC Degree Show 2017 realizza Dumpster Island, un’installazione ideata per sensibilizzare il pubblico riguardo all’impatto devastante dei rifiuti umani sull’ambiente, facendo riferimento al caso particolare del Great Pacific Garbage Patch. Lo spettatore, proiettato in una realtà virtuale che restituisce la visione apocalittica e distopica di un mare di spazzatura, calpesta una piattaforma morbida ricoperta di rifiuti raccolti dalle strade di Londra, vivendo un’esperienza immersiva di grande impatto emotivo.

Non appena laureata partecipa a una serie di progetti interattivi svolti presso il Tate Modern come What’s your water choice?, volto a proporre soluzioni innovative a partire dal presupposto che accedere all’acqua potabile sia un diritto fondamentale dell’uomo. Collabora a Plastic Should be Louder mirato a ripensare al riutilizzo della plastica per la creazione di strumenti acustici, eliminando il problema dello scarto e sostenendo l’importanza del riciclo.

Con lo stesso spirito attivista Chiara partecipa al Salone del Mobile 2018 presentando BottleFall, un’installazione che intende farsi portavoce di una realtà problematica, invitando il pubblico a riflettere e reagire per un futuro sostenibile. 

“BottleFall” in movimento, Giardino Comunitario Lea Garofalo, Via Montello, Milano, foto di Vittoria F. M. Dubini

Esposta nel Giardino Comunitario Lea Garofalo di Via Montello a Milano, in collaborazione con Giardini in Transito, l’artista racconta:

BottleFall è un’installazione zero-budget costituita dallo scheletro di un gazebo rivisitato e decorato da tappi colorati e oltre mille bottiglie di plastica bevute, raccolte da qualche bar e ristorante della zona 1 di Milano, nell’arco di un weekend. L’opera vuole denunciare il volume di rifiuti che vengono prodotti così velocemente per soddisfare la nostra sete di praticità senza sforzo, scegliendo di acquistare acqua in bottiglia di plastica. Vedendo questi contenitori di scarto puliti e decontestualizzati, gli spettatori sono spinti a sensibilizzarsi al riguardo, impegnandosi nel riciclo appropriato della plastica e stimolati al riutilizzo creativo di materiale di scarto”.

Sete di cambiamento, “Bottlefall”, Giardino Comunitario Lea Garofalo, Milano, foto di Vittoria F. M. Dubini

Giocando con la doppia accezione del termine fall, BottleFall allude alla caduta, al crollo metaforico della plastica, facendo riferimento all’abuso nel consumo e all’eccessiva produzione industriale, date le conseguenze devastanti del problematico smaltimento. Chiara intende denunciare i rischi dell’impatto della plastica sull’ambiente. Non essendo biodegradabile, se non riciclata correttamente si deposita sul pianeta, trovando rifugio nei mari e alterando l’ecosistema in maniera irreversibile. Tuttavia, BottleFall è una cascata di bottiglie, un’esperienza immersiva e propositiva che invita a immergersi fra le trasparenze e i colori della plastica, cogliendo i potenziali di un materiale versatile che da rifiuto può diventare risorsa. L’intento di Chiara è quello di motivare il pubblico a contrastare l’atteggiamento dell’usa e getta, uno dei motivi principali del problema dell’inquinamento, attraverso l’economia circolare basata sul riciclo e volta alla sostenibilità.

Esplorando “BottleFall”, Giardino Comunitario Lea Garofalo, Via Montello, Milano, foto di Vittoria F. M. Dubini

L’installazione ha attirato anche il pubblico dei più giovani, divertiti a tuffarsi dentro e fuori dalla struttura, muovendo e giocando con i filoni di bottiglie. Attratti dai colori vivaci e dall’aspetto ludico dell’opera, i bambini hanno colto nel segno l’intento dell’artista. La cascata di bottiglie colorate diventa ai loro occhi una struttura ricreativa, perdendo le sembianze dell’iniziale ammasso di spazzatura.

Immergersi in “BottleFall”, Giardino Comunitario Lea Garofalo, Via Montello, Milano, foto di Vittoria F. M. Dubini

Immergersi in “BottleFall”, Giardino Comunitario Lea Garofalo, Via Montello, Milano, foto di Vittoria F. M. Dubini

Video di BottleFall, Giardino Comunitario Lea Garofalo, Via Montello, Milano, realizzato da Chiara Zucchi

Chiara Zucchi
chiarazzzucchi@gmail.com 
+44 7598 399522
Instagram: chiara.zzz
www.chiarazzzucchi.com


1 Danton in Stendhal, Il rosso e il nero, 1831.
Charles and Ray Eames

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