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Cristoforo Gorno: Cronache dall’antichità. Dieci storie dalla guerra di Troia al tramonto degli dei

di Noemi Stucchi

«Tra noi e gli antichi c’è una frattura: credevano in divinità a cui non crediamo più, parlano lingue perdute, le città e le case che abitavano sono rovine sparse. Ma le loro vite, le loro leggende, filtrate da decine e decine di generazioni, ci parlano ancora.»

Qualcuno potrebbe già conoscere Cronache dall’Antichità come serie televisiva, adesso è anche un libro. Edito da Railibri, sulla carta prende forma un approfondimento del programma trasmesso su Rai Storia attraverso una serie di dettagli e curiosità finora inedite. L’autore e conduttore Cristoforo Gorno torna in veste di inviato speciale con quello sguardo storico e appassionato che lo contraddistingue oggi come uno dei migliori conoscitori e divulgatori del mondo antico.

In un arco temporale che parte dal mito della guerra di Troia e arriva fino al tramonto degli dei con l’avvento del cristianesimo, tra un racconto e l’altro il ritmo si sofferma sulla descrizione dei paesaggi e dei luoghi. Cristoforo Gorno cita i testi letterari adattando le fonti dell’epoca a un linguaggio che riesce ad arrivare con la forza della semplicità. La lettura è scorrevole e si passa da un capitolo all’altro con continuità. Nel ripercorrere alcune tappe della storia dell’umanità, il lettore viene accompagnato per mano attraverso dieci storie che si susseguono secondo un filo conduttore che rimanda a una domanda di fondo.
Che senso ha infatti parlare del mondo antico? Perché continuare ancora oggi  a parlare dei miti?

«È sembrato che la risposta sembrasse chiara: il mondo antico fornisce storie che emergono dalle nostre radici più remote, parole che rompono il silenzio dei millenni, che mantengono intatto il loro significato e che per questo prendono forza.» [C.Gorno, Cronache dall’antichità, p.9]

Come un archeologo, Cristoforo Gorno scava a fondo per riportare alla luce quegli archetipi che continuano ad avere una certa risonanza nel mondo attuale. In questa chiave interpretativa, la storia dell’umanità può essere osservata attraverso le molteplici figure del mito che si ricollegano alle radici più profonde del nostro passato e che allo stesso tempo sono capaci di enunciare la verità di un’origine, qualcosa che torna e che sopravvive nel tempo.
Seppur non siano mai esistiti, sono veri sempre. Parlando dei miti, come non citare Sallustio: «E queste cose non avvennero mai, ma sono sempre (…)»

Le figure dell’archetipo codificano esperienze relative alle azioni umane; per questo le ritroviamo nel mito e  nei fatti passati alla storia.
Così come Ifigenia incarna le colpe dei padri che ricadono sui figli e Antigone personifica l’infrazione della legge degli uomini in favore di una morale superiore, così le Idi di Marzo diventano per eccellenza il topos dei delitti politici mentre il personaggio tragico ed eroico di Agrippina «dipinta come una sorta di archetipo per le femmine diaboliche a venire» (p.245) in un passo decisivo del testo rappresenta la lotta di una donna che deve saper farsi valere nonostante il maschilismo imperante.

Dal ritorno di Agamennone e Odisseo, al racconto delle origini della città di Roma con una fondazione mitica giocata sul doppio senso, si passa all’aneddoto del ratto delle Sabine, dalle gesta leggendarie di Leonida e delle Termopili a figure straordinarie come Annibale e la battaglia di Canne. La leggenda di Tiberio mostra lati nascosti del suo carattere e la storia di Caligola restituisce un ritratto sfaccettato e complesso dell’imperatore, insolito da come lo conosciamo. Si passa dagli intrighi politici dell’assassinio di Cesare a quelli sentimentali  che vedono come protagonisti Augusto e le sue donne, Giulia e Livia. Tra amore e potere, la relazione tra Adriano e Antinoo cela un delitto tanto passionale quanto misterioso. Infine l’epilogo con l’editto di Teodosio e la conclusione dei giochi olimpici mettono fine alla storia pagana del mondo antico.

Il testo è farcito di fatti e dettagli che potrebbero stuzzicare la curiosità del lettore. Romolo e Remo sono stati davvero allattati da una lupa? Quante mogli ha avuto Socrate? Qual è il nome dell’elefante di Annibale? Perché “Caligola” è stato chiamato così? Cosa riprende Laurie Anderson, musicista e moglie di Lou Reed, dalla battaglia delle Termopili? Solo degli esempi di alcune delle domande di un libro che riesce a dare delle risposte e che ha la capacità di continuare ad insegnare sempre qualcosa di nuovo.

CRISTOFORO GORNO: Autore e conduttore televisivo. Ha curato, tra le altre, le trasmissioni Gaia e Kilimangiaro (Rai 3), Atlantide, Impero e Sfera (La7),  La Macchina del Tempo (Rete 4). Dal 2015 conduce su Rai Storia una fortunata serie di programmi storici da lui ideati: dopo due edizioni di Cronache dall’antichità, la trasmissione passa all’approfondimento di diverse epoche e, con lo stesso format, diventa Cronache dal Medio Evo, Cronache dal Rinascimento, Cronache dal mito e Cronache dall’Impero. Nel 2019 venne realizzata un programma simile di due sole puntate dal titolo Repubblica Romana 1849. Un romanzo d’avventura. Nel 2019 ha pubblicato con Rai Libri il romanzo Io sono Cesare. Memorie di un giocatore d’azzardo.

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