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Esh Gallery: una ricerca orientale

3 Luglio 2019
1.607 Views
di Erika Lacava

via Forcella 7, a Milano, a due passi da via Tortona, distretto per eccellenza del Design milanese. Quale zona migliore per una galleria che unisce arte, design e alto artigianato artistico con particolare attenzione alle ricerche sui materiali. Una proposta originale che Riccardo Sorani, direttore e fondatore della galleria, porta avanti dalla fine del 2014, tra fiere, mostre in galleria e viaggi in Oriente alla scoperta di sempre nuovi talenti.

Laureato in Storia dell’arte a Milano con un master a Londra in Arte orientale che l’ha portato ad essere esperto di Sotheby’s per l’arte antica orientale, Sorani ha poi unito la conoscenza dell’antico alla passione per il contemporaneo in una ricerca che si fa sempre più attenta non solo alla maestria tecnica della realizzazione, ma anche al significato contenuto nell’opera. Una ricerca unica in Italia, sottolinea Sorani, che guarda a un orizzonte sempre più internazionale, come dimostrano le principali fiere a cui la Esh Gallery ha partecipato ad oggi: Eurantica di Bruxelles, Collect alla Saatchi Gallery di Londra, Tresor Contemporary Crafts di Basilea, Art-Montecarlo, Art Geneve. Qualche fiera anche in Italia, ma non troppe, a sottolineare la vocazione internazionale di questa piccola realtà milanese.

Esh Gallery, Blanc de Chine, installation view

La Esh Gallery ha sede in uno spazio cubico su due piani, che la luce e i suoi muri bianchissimi rendono un piccolo prezioso bijoux nel cuore di Milano. Non un white cube, tutt’altro: un luogo assolutamente connotato spazialmente, con la sua apertura di luce dall’alto che dona a entrambe le sale la parvenza di un acquario. In questo spazio iridescente brillano le porcellane finissime della mostra “Blanc de Chine, Visioni contemporanee”, aperta fino al 12 Luglio. Protagonisti quattro artisti cinesi che fanno un uso particolare della porcellana Dehua e un artista italiano, Manuel Bonfanti, che lavora su tele astratte dai risultati evanescenti. La mostra, realizzata in collaborazione con lo studio Ting-Ying di Londra, è stata studiata per la prima partecipazione della galleria al Milano Asian Art 2019, evento che ha coinvolto sette gallerie antiquarie e tre musei milanesi, tra cui il Mudec e il Poldi Pezzoli, dal 15 al 31 Maggio 2019.

Nella selezione di opere in mostra oggi alla Esh Gallery è possibile vedere le diverse tipologie di applicazione della Blanc de Chine, un tipo di porcellana bianca prodotta a Dehua, nella provincia del Fujian, tipicamente impiegata nella cultura cinese dalla dinastia Ming del XIV secolo ai giorni nostri.  Dalle icone religiose in stile tradizionale di Lan Quansheng, ai bonsai del giovane Chen Desheng che in alcuni dettagli rompono la figurazione, alle candidissime statue di ispirazione religiosa di Su Xianzhong che giocano con il contrasto tra una figura liscissima, quasi eterea, e una base fortemente modellata dove il tocco delle dita resta impresso sul materiale. Molto originale l’opera del designer Peter Ting, uno dei fondatori dello studio londinese Ting-Ying, che presenta uno dei lavori appartenenti alla serie “Buddha Hands”: una tazzina e un piatto incorniciato da piccolissime mani così dettagliate da diventare quasi un motivo grafico più che iconografico, staccandosi dal soggetto.

A fare da contraltare cromatico a questo grande biancore, gli “Air Space” di Manuel Bonfanti, tele dalle tinte rosso acceso o morbido oro sfumato, dalle pennellate incrociate in strati differenti a formare una materia ricca e allo stesso tempo eterea, che rimanda alla leggerezza dell’aria. Opere in dittici o polittici, che lasciano respirare, tra una tela e l’altra, l’assenza e la presenza, come lo Yin e loYang. Unico pittore in una galleria che tratta principalmente scultura e artigianato artistico d’eccellenza, Bonfanti incontra la ricerca della Esh Gallery con l’indagine essenzialista del colore usato come materiale puro, senza lo scopo di un soggetto. Una purezza materica che contraddistingue molti degli artisti italiani della galleria, da Filippo Rossato, le cui ceramiche smaltate e invetriate si ispirano agli abissi marini, ad Andrea Forges Davanzati con le sue sculture in acciaio inossidabile, ad Alice Zanin con i suoi zoo in cartapesta fino a Domitilla Biondi che intaglia la carta in modo magistrale tale da renderla inaspettatamente simile alla ceramica. Interessanti anche gli accostamenti materici, dal vetro all’ottone al marmo, delle opere minimaliste della designer argentina Agustina Bottoni, premiata al Salone del Mobile, Maison & Objet e Triennale Design Museum per la particolarità stilistica nell’uso di tecniche e materiali diversi applicati a oggetti di uso quotidiano.

Principalmente cinesi e giapponesi gli altri artisti proposti dalla galleria con opere uniche o in tiratura limitatissima tutte realizzate a mano con la vecchia sapienza delle “arts and crafts” di morrisiana memoria, ma con l’aggiunta di una base concettuale che le rende vere opere d’arte. Lacca giapponese, legno, ceramica, vetro, metallo: questi i materiali d’elezione delle ricerche della Esh Gallery, con esposizioni che vanno dai finalisti del Loewe Craft Prize di Londra a collettive a tema acquatico, dal Light design a “Tesori da passeggio”: l’evento dedicato al gioiello contemporaneo arrivato l’anno scorso alla sua terza edizione che prende ispirazione dalle “sculture da passeggio” in sottilissimo vetro azzurrato dell’artista giapponese Ōki Izumi. Molte delle opere esposte hanno un design ispirato alla forma della natura, come gli anelli in resina epossidica di Daniella Saraya che assumono la forma di piccole “incrostazioni” calcaree che riportano ai colori bianchi e caldi delle terre d’Israele, al mare che corrode le conchiglie con il passare del tempo. Proprio la Saraya sarà una delle protagoniste della collettiva di artisti israeliani che avrà luogo a Settembre, accanto a ceramisti, artisti del vetro e dell’argento.

Esh Gallery
Via Forcella 7, 20144 Milano
www.eshgallery.com

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