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GIBOT: la boutique che non ti aspetti

5 Novembre 2019
2.914 Views
di Eleonora Attolico

Marchi di moda difficili da trovare a Roma come Numero 21 (Alessandro dell’Acqua), Marc Jacobs, Rochas, Paco Rabanne, Alexander Wang sono i trofei di Gibot, una grande boutique in via Nomentana 457-473, poco lontano dall’Ambasciata dell’Iran. Si trova oltre Villa Torlonia, a circa mezz’ora di macchina dal centro storico. Un problema in una città dove spostarsi è complicato. Invece i luoghi comuni vanno smontati. Alle quattro del pomeriggio di un martedì, nelle tre location donna, uomo e bambino, un via vai di clienti italiani. Una anomalia nella capitale dove, a comprare, sono soprattutto i turisti stranieri.

Va a gonfie vele l’e-commerce. Arrivano ogni giorno richieste di spedizioni in tutto il mondo tra Stati Uniti, Canada, Nord Europa, Corea del Sud e Cina. Basta andare sul sito gibot.it. Oltre agli abiti, le borse di Issey Miyake e le scarpe. Dalle decolleté da sera di Casadei, alle sneakers del momento che si chiamano “Premiata” passando per i modelli di Y3, il marchio sportivo di Yohji Yamamoto.

Gibot si estende su mille metri quadrati e conta trenta dipendenti. Le vetrine sono luminose, il design è semplice. Risultato? È stato inserito nella classifica dei cento migliori negozi d’Italia guadagnandosi un servizio anche su Elle. Ma come è nato questo miracolo romano? L’idea è venuta nel 1956 a Giuseppe Bottiglieri (da qui il nome “Gibot”) che, insieme alla moglie Enza, trasteverina Doc, aveva aperto un negozio di sport. Racconta Enza, ancora oggi tutti i giorni dietro al bancone della cassa, camicia di seta colorata e filo di perle. Parla con quell’accento romano elegante di Anna Magnani: “Ci avevano consigliato di aprire in Viale Libia, una zona più commerciale ma Giuseppe rifiutò. Allora qua nun c’era gnièèènte….” Il quartiere scelto era una scommessa come lo è oggi. Bottiglieri aveva preferito puntare, sin dal principio, sulla qualità dell’offerta. Il passaggio dallo sport ai jeans e ai grandi marchi si è sviluppato negli anni Ottanta con i figli della coppia Fabrizio e Eliana. I due si sono rimboccati le maniche e hanno attratto via via anche la clientela Vip. In boutique dislocata su due piani, si possono incontrare Antonella Clerici, Nicoletta Romanov, Anna Tatangelo e Elena Santarelli.

Nel negozio adiacente (in mezzo una storica tabaccheria) lo spazio dedicato all’uomo. Ha la stessa struttura architettonica. Anche qui vengono personaggi noti come Demetrio Albertini e l’attaccante della Lazio Ciro Immobile. Tra i marchi di moda maschile l’offerta non è scontata. Si va dalle polo di Brunello Cucinelli alle giacche impermeabili di Stone Island passando per gli abiti di Corneliani, Tagliatore, Caruso. Alcuni accessori di Altea e le camicie napoletane di Borriello fatte per Gibot. Più piccolo lo spazio per i bambini. Le marche di riferimento sono Golden Goose, Il Gufo, Vivetta e gli spiritosi abiti per bambine Monnalisa. Per noi era un famoso quadro di Leonardo da Vinci esposto al Louvre. Una sorpresa anche questa.

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