di Miki Solbiati e Noemi Stucchi
Quella di Giorgio Rosa è una storia di libertà. Non è un caso che sia uno dei film più visti al momento: racconta di un’isola felice proprio in questo strano periodo in cui abbiamo dovuto imparare a vivere dentro le nostre case. Vedendo il film “L’incredibile storia dell’isola delle rose” mi sono venuti alla memoria il mitico concerto di Woodstock, il libro “Utopia” di Tommaso Moro, le libertà di costumi degli anni ’60 quando in piena rivoluzione studentesca tutto sembrava possibile e la meravigliosa colonna sonora della mia infanzia, in una Rimini rosata che tanto richiama l’estate così lontana da venire in tempi difficili come oggi.
Il film arriva dritto al punto come una ventata di aria fresca: la libertà è un bene per cui bisogna combattere. Nonostante tutto, ne sarà valsa la pena.
Elio Germano, l’attore di “Favolacce” e di “Volevo nascondermi“, è il protagonista del film. Lui è romano, ma per interpretare Giorgio Rosa assume un accento romagnolo. Ho amato l’interpretazione del bravissimo Elio Germano grintoso e determinato come ingegner Giorgio Rosa ma anche dolce, di una dolcezza che lo fa sembrare più giovane dei suoi quarant’anni, un ragazzo insomma.
Vedere “l’incredibile storia dell’Isola delle Rose” mi ha portato alla curiosità di andare a ripercorrere l’evento storicamente accaduto, che in sé ha già dell’incredibile. Una storia bellissima capace di far luce su una vicenda tutta italiana ancora poco conosciuta.
La visione di un regista italiano come Sibillia riesce a dipingere Giorgio Rosa come un eroe dei nostri tempi. Il film è anche una bellissima storia d’amore che ha insieme sapore d’antico e di modernità.
Voglia di libertà insegna questo film ma anche che bisogna credere nei propri ideali anche se agli altri sembrano assurdi e vivere guardando in alto verso alte mete.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di gente che è capace di fare. Il mondo è dei sognatori e di chi ha il coraggio di lottare per realizzare i propri ideali.