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IL TEMPIO DELLE MERAVIGLIE

13 Febbraio 2017
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di Marta Dore

Il Duomo, la basilica di Sant’Ambrogio, la Galleria Vittorio Emanuele, la Torre Velasca: sono tanti i posti che definiscono Milano, la sua storia, la sua tradizione culturale, il suo spirito, o anche la milanesità tout court.

Più di tutti, però, il luogo che ovunque nel mondo si associa a Milano è il Teatro alla Scala, che dalla fine del Settecento ha reso il capoluogo lombardo la capitale universale dell’opera lirica.

Nel 2015, è uscito il primo e unico film-documentario dedicato proprio al più prestigioso teatro milanese. Fortemente voluto da Piero Maranghi e girato da Luca Licini, con la bella fotografia di Luca Bigazzi, Il Tempio delle Meraviglie ricostruisce la storia del teatro scaligero dalla sua costruzione fino ai giorni nostri, montando sapientemente immagini di repertorio, fotografie storiche, brani d’interviste ai protagonisti di oggi e brani d’incontri ravvicinati impossibili con i grandi personaggi del passato, interpretati dai migliori attori teatrali di oggi, da Giuseppe Cederna a Francesca Inaudi a Bebo Storti.

È un viaggio affascinante che ci porta a tu per tu con i più grandi nomi della scena musicale di tutti i tempi: Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Maria Callas, Luciano Pavarotti, Carla Fracci, Roberto Bolle e molti altri ancora. Senza dimenticare, però, i musicisti dell’orchestra e le varie maestranze, perché la magia che ogni sera si ripete dentro il teatro è il frutto del meraviglioso talento degli artisti, ma anche del lavoro appassionato di chi sta dietro le quinte e permette a tutta la macchina di funzionare raggiungendo livelli di perfezione che ci invidiano ovunque.

È uno sguardo a tutto tondo, quello di Licini, che va a omaggiare anche il pubblico, il terzo grande protagonista delle serate scaligere: è divertente ascoltare, in un filmato degli anni 80, le accesissime discussioni tra i loggionisti, preparati e severi, così come è sempre affascinante spiare il pubblico elegantissimo che affolla il Teatro il 7 dicembre, il giorno in cui ogni anno si inaugura la stagione.

Filo conduttore del film è naturalmente la musica, che accompagna e rinforza le emozioni di chi ricorda i momenti più importanti della propria carriera vissuti proprio sul palco della Scala e le emozioni di noi spettatori, che avremmo voluto assistere a ognuno di quei momenti. Dà una gioia impagabile ascoltare un giovanissimo e sbarbato Pavarotti cantare nel 1969 la Messa da Requiem di Verdi diretto da Herbert von Karajan, e fa sorridere una civettuola Rajna Kabaivaska ricordare che tra le sue braccia sono passati tutti i più bravi tenori del mondo.

«Qui abitano le anime dei grandi artisti del passato», disse una volta Paolo Grassi camminando lungo i corridoi dietro ai palchi. Ed è forse proprio questa la magia del Teatro alla Scala, tanto ben rappresentato in questo film: la sua capacità di unire il passato con il presente, in un destino glorioso mai anacronistico, che si rinnova ogni volta ed è sempre carico di promesse.

 

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