di Francesca Bianchessi
La stranezza
Un film in cui non si capisce cosa sia vero o falso e, no, non non è “Inception” di Nolan (2010): oggi parliamo de “La stranezza” per la regia di Roberto Andò del 2022.
Per capire qualcosa di un film in cui vero e falso si mischiano, è bene partire dalla trama. Il film affonda le sue radici in Sicilia, a Girgenti, dove Luigi Pirandello (Toni Servillo) si reca a causa della morte dell’amata balia (Rita Quattrocchi); per lei, vuole tutti gli onori che si tributano ad una madre per l’ultimo viaggio. Nella piccola città, però, di becchini ce ne sono solo due: Sebastiano (“Bastiano” Salvatore Ficarra) e Onofrio (“Nofrio” Valentino Picone). Non dei becchini di prim’ordine ma becchini nondimeno e, soprattutto, sono due attori dilettanti. Non riconoscendo il maestro, Nofrio, lo invita alla rappresentazione che stanno preparando, il loro primo dramma.
Qui è bene fare una piccola pausa e dare qualche dettaglio in più sul personaggio di Pirandello. Abbiamo a che fare con un personaggio nascosto, schivo, alle prese con il lutto, con la malattia mentale della moglie e con un blocco creativo. Inizia già in questa prima metà di film questo gioco delle parti: Pirandello è spettatore di uno spettacolo teatrale, quello di Nofrio e Bastiano, è spettatore impotente delle vicende della vita che gli si abbattono addosso, è spettatore dei personaggi che, nella sua mente, vengono a fargli visita.
Cosa è vero e cosa è falso?
Torniamo al film perché, mentre Nofrio e Bastiano continuano le prove per il loro dramma, le loro vite prendono il sopravvento sulla recita. Il sindaco si sente preso in giro, poiché riconosce nel dramma, e Bastiano scopre che sua sorella, amatissima, di cui è gelosissimo, e Nofrio sono amanti. La vita invade il palco e la rappresentazione prende una piega nuova e inaspettata, viene interrotta dai fischi e poi termina in applausi.
L’amicizia tra i due sembra interrotta ma si ricuce, in una trama che ricorda molto “Chiedimi se sono felice” (Aldo, Giovanni, Giacomo e Massimo Venier, 2000), su un treno cui si ritrovano per andare alla prima della nuova opera di Pirandello, che li ha invitati: Sei personaggi in cerca d’autore.
I due amici in platea e Pirandello, nascosto, assistono allo spettacolo, lo strano spettacolo in cui gli attori entrano dal fondo della platea e parlano al capocomico che sta sul palco, mentre sembra che stiano ancora allestendo, insomma: nessuno è al suo posto qui! Nemmeno Nofrio e Bastiano che, quando il maestro chiede ad una maschera se siano arrivati gli amici che aveva detto aspettare dalla Sicilia, si vede rispondere: “Non mi ha detto nulla di ospiti dalla Sicilia…”
Il film si chiude con la platea spaccata, tra detrattori e ammiratori, Pirandello che se ne va da teatro con il dubbio che Nofrio e Bastiano siano solo personaggi nella sua mente e la scritta finale che rincara la dose: non c’è traccia dei due becchini in documenti e annali.
Poco prima del nero finale, addirittura, quando i due amici rimangono chiusi nel teatro vuoto, in un gioco di prospettiva, Bastiano sparisce alle spalle dell’amico. Nascosto o mai esistito?
Cosa è falso e cosa è vero?
Come dicevo i giochi delle parti si sprecano nel film ed è divertente da guardare per questo. O forse più che divertente, sarebbe giusto dire, stuzzicante per la mente. L’unico personaggio di cui abbiamo certezza è Pirandello ma è un personaggio, come dicevo più su, che scompare, parla poco, si fa notare ancor meno. Tutti gli altri sembrano essere messi in scena. A cominciare dalla sequela di volti che scorrono nell’archivio del sindaco all’inizio del film, per finire con gli stessi Nofrio e Bastiano che raccontano del loro lavoro di becchini al maestro come stessero presentando dei personaggi di una commedia.
Ottimo il cast. Plauso al, di nuovo già citato gioco sulle parti, che vede Ficarra e Picone che interpretano rispettivamente il tonto sfrontato e l’intelligente impacciato, sia come duo comico che come Nofrio e Bastiano. E se complimentarsi con Servillo per la recitazione è ormai scontato, ma lo facciamo lo stesso, un plauso deve andare a Luigi Lo Cascio che interpreta il capocomico sul palco di “Sei personaggi in cerca d’autore”. Qui Lo Cascio, in pochissimi minuti, veste chiaramente i panni di Servillo, che interpreta Pirandello, che si ricalca sul personaggio del capocomico.
L’immagine curata e la fotografia calda eppure distaccata contribuisce a quella sensazione di stare assistendo ad una rappresentazione teatrale.
E noi qui siamo ancora a chiederci: ma Nofrio e Bastiano, erano solo frutto della mente di Pirandello?
Cosa è vero e cosa è falso?