di Silvia Celesti
È uscito il 14 ottobre nelle sale cinematografiche il nuovo film di Simone Godano, regista di Croce e delizia (leggi di più) e Moglie e marito (qui la recensione), entrambi candidati come migliori commedie ai Nastri d’Argento rispettivamente nel 2019 e nel 2017.
Cosa può nascere dall’incontro di due persone con disturbi della personalità che nella dura battaglia quotidiana cercano di ritrovarsi e dare luce a un proprio personale riscatto?
Ce lo racconta Marilyn ha gli occhi neri, commedia che indaga il tema della diversità in maniera avvincente e intensa. I protagonisti sono Clara (Miriam Leone), una ragazza mitomane, e Diego (Stefano Accorsi), un uomo provato dalla vita, schiavo di tic e nevrosi. I due si incontrano in un centro diurno per la cura dei disturbi mentali. Circondati da persone che vivono una condizione simile alla loro e coordinati dallo psicoterapeuta (Thomas Trabacchi), Diego e Clara cercano, attraverso la terapia di gruppo, un modo per migliorare i propri disturbi grazie alla condivisione e all’accettazione di sé.
Un assai vago richiamo potrebbe andare alle pellicole di Ma che colpa abbiamo noi (2003) e Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992) di Verdone, divertenti commedie che narrano le relazioni burrascose e intense di protagonisti nevrotici che hanno in comune lo stesso analista, ma ben presto lo spettatore si accorgerà che Marilyn ha gli occhi neri ha una cifra tutta sua.
Tornando alla trama della nostra commedia, lo psicanalista indica ai suoi pazienti un preciso percorso terapeutico, ovvero la gestione di un ristorante per le persone del quartiere, e sarà questa l’occasione per Diego e Clara per buttarsi in un tentativo di riabilitazione psicologica, emotiva e, chissà, anche sentimentale.
Marilyn ha gli occhi neri vede il ritorno sul set cinematografico dell’affiatata coppia Miriam Leone/Stefano Accorsi, già complici nelle riprese della popolare serie televisiva su Tangentopoli, 1992, andata in onda per tre stagioni. Come hanno dichiarato entrambi, la loro amicizia e l’aver lavorato a lungo insieme hanno facilitato molto la recitazione e l’immedesimazione nei ruoli dei personaggi. Il pubblico si ritroverà forse inizialmente disorientato: i due attori sono stati cambiati a favor di copione, modificando il colore degli occhi e perdendo peso (nel caso di Miriam Leone), destrutturando la loro sensualità e abbandonando anche parte della loro consueta fisicità con la quale siamo abituati a riconoscerli. E il risultato è stato sorprendente per gli stessi attori che hanno individuato in questo loro lavoro una funzione quasi catartica, come nel caso di Accorsi che ha dichiarato che, dopo aver trattato da vicino certe tematiche, ha riconosciuto dei ‘tic’ della sua vita quotidiana che aveva ignorato fino ad allora.
Il film ha chiuso il Bifest di Bari il 2 ottobre. Prodotto da Groenlandia con Rai Cinema è stato sceneggiato da Giulia Steigerwalt che, insieme al regista, ha trovato lo spunto per questa sceneggiatura durante la proiezione del loro film Croce e delizia in un’arena estiva gestita da disabili. Racconta il regista che entrambi furono colpiti dalla gioia e dall’entusiasmo di queste persone e dal valore che questa attività aveva rappresentato per il loro percorso. E così hanno iniziato a parlare di un copione che trattasse le manie e le ossessioni della gente comune, convenendo però, dopo poco, che una narrazione del genere sarebbe stata troppo facile e banale. Hanno dunque sviluppato una sceneggiatura che trattasse persone con problematiche specifiche. Hanno iniziato così a frequentare dei centri diurni e ad approfondire il tema per cogliere elementi utili che si ritrovano nella loro storia.
L’obiettivo di Groenlandia è proprio quello di analizzare e portare sullo schermo storie che escono dagli schemi, per approfondire il tema della diversità e dello stigma sociale.
L’appuntamento è nelle sale con Marilyn ha gli occhi neri! Con ritorno della capienza di sala al 100%.