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Milano e il nuovo progetto per Piazza Castello

13 Febbraio 2017
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di Margherita Sala

Se all’indomani della presentazione pubblica del progetto vincitore del concorso, uno dei principali quotidiani italiani gli ha attribuito l’onore della prima pagina, questo è segno di un fatto nuovo, indice del recente interesse per lo spazio comune della città.

Milano è molto cambiata nell’ultimo decennio e le sue trasformazioni hanno portato un rinnovamento dell’attenzione per ciò che la contemporaneità può offrire nel campo dell’architettura. I nuovi quartieri e i nuovi edifici, ma anche i cantieri visitabili, sono sempre di più frequentati dai cittadini. E questo indica, oltre alla curiosità per ciò che non conosciamo, un’attenzione partecipe allo spazio della città vissuto come bene comune.

In questo quadro si inserisce il progetto degli architetti Emanuele Genuizzi, Vincenzo Strambio, Giovanni Banal ed Enrico Ragazzo che hanno vinto il concorso bandito dal Comune di Milano, consultazione in due fasi che ha visto partecipare 151 gruppi formati da architetti, consulenti, collaboratori.

L’immagine di una  veduta storica del Castello Sforzesco immerso in un grande parterre incolto ha aperto il racconto del progetto fatto dall’architetto Genuizzi nella Sala Viscontea. Questa immagine è stata scelta per rendere evidente come il Castello sia un monumento che non necessita aggiunte. Nasce da questo fatto l’idea di un intervento minimo che ne rafforzi l’immagine di edificio isolato posto al centro di uno spazio aperto. Questo viene realizzato portando le alberature e la pavimentazione di calcestre, già presente nel parco Sempione, in piazza Castello fino ad arrivare a via Beltrami e a Largo Cairoli. In questo modo il sistema del parco viene portato fino a via Dante e risulta collegato da un percorso pedonale al centro della città.

Tale scelta, accolta dal Comune che l’ha premiata e dal favore dei cittadini e dagli architetti presenti all’incontro pubblico, mostra la maturità culturale della nostra città che da una parte apprezza interventi di trasformazione urbana senza precedenti e nuove architetture, dall’altra riconosce e protegge il valore degli edifici storici sapendo quando è bene astenersi da aggiungere alcunché.

Ora si attende che il Comune faccia la sua parte e si attivi perché il lavoro dei progettisti e la fiducia posta nell’Amministrazione (anche da parte degli architetti concorrenti non premiati) abbia un seguito. In questo senso si sono espressi gli amministratori presenti che hanno dichiarato il loro impegno nella realizzazione dell’opera. Probabilmente sarà necessaria qualche variante riguardante la viabilità, ma ci si auspice che si preservata l’idea e il valore del progetto.

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