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NasonMoretti

21 Gennaio 2020
2.021 Views
di Cristina Ruffoni

Vetri: scie di gondole e riflessi della laguna

Il passaggio dal disegno al vetro, che esiste solo come vetro, sembra sempre miracoloso…

Ettore Sottsass

Grandioso secolo per l’Italia, il Novecento. È stato il secolo dei manifesti pubblicitari litografati, dei mobili colorati di Ettore Sottsass jr, dell’invenzione di un nuovo modo di abitare da parte di Gio Ponti, della velocità luminosa del Futurismo, del sogno metafisico, dell’architettura razionalista, dei disegnatori di fumetti come Andrea Pazienza e Guido Crepax, dei fotografi ricercatori come Ugo Mulas e dei vetri modellati nelle fornaci veneziane di Murano.
NasonMoretti è una delle più longeve e rinomate fornaci che si trovano sull’isola di Murano. Nasce nel 1923 e da subito, attraverso il vorticoso crocevia novecentesco, l’azienda coniuga tradizione e innovazione, arte e design, distinguendosi anche a livello internazionale, per le tipologie di bicchieri e vasi prodotti in esemplari limitati.
L’esperienza di NasonMoretti, è un ricambio continuo tra la memoria e la quotidianità, fra l’alchimia ancestrale e una pressante attualità, che si fondano nell’atto della creazione.
Così, i vetri, risultano cose sempre esistite, senza tempo ma logorate dal tempo, immagini del nostro essere antichi e del nostro essere presenti. In altri termini, la creazione in vetro si presenta come il risultato di un incontro tra casualità e intenzionalità, le forme si fanno mentre sono “fatte” dai maestri vetrai, le forme hanno una possibilità di accadere internamente a loro stesse. È il vetraio che soffia che decide la forma della materia, ma poi egli subisce il fascino delle loro possibilità espressive, nell’incontro del gesto con la materia.
Ed è ai grandi protagonisti del Novecento e al loro nuovo modo di vedere che alcune serie di vasi di NasonMoretti sembrano ispirarsi. Ai quadri originalissimi di Schifano, verniciati con una sola tinta o due, a coprire l’intero rettangolo della superficie, con lo strato di smalto, che è contemporaneamente materia e percezione. Come il progetto di Umberto Nason, premiato con il Compasso d’oro nel 1955, del vetro incamiciato, invertito con interno colorato ed esterno bianco latte. Non si trattava della casualità pittorica dell’informale e neppure di un’applicazione “gestaltica” della forma.
I buchi e i sassolini sparsi nelle tele di Fontana ricordano i solchi dell’impasto della serie: Samarcanda o delle caraffe di Idra, che diventano riflessi dell’acqua, scie di gondole, ombre e luci sulla laguna di Venezia.
Dagli anni 90’ la nuova generazione di Piero, Marco e Giorgio, continuano a coordinare l’azienda con differenti collaborazioni in diversi ambiti che sconfinano dalla moda, all’arredamento e la gioielleria, con un tratto inventivo che ne emerge rinnovato ma inalterato.

www.nasonmoretti.com

1) Avete inaugurato nel 2019 Il Museum che rappresenta dal 1923 tutte le variazioni e i cambiamenti della vostra azienda. Con la conferma costante della vostra lunga storia che continua, con che mezzi si riesce a far conoscere al massimo la qualità e l’originalità del prodotto d’epoca e quello futuro?
Abbiamo istituito il Museo aziendale 2 anni fa in seguito al progetto, ancora in corso, di archiviazione digitale di tutta la produzione realizzata lungo i 100 anni di vita dell’azienda.
Sentivamo l’esigenza di mostrare la nostra storia ai nostri estimatori e ai professionisti con cui quotidianamente veniamo in contatto. Il nostro biglietto da visita oggi è il nostro passato e la nostra tradizione, questo ci permette di affrontare la contemporaneità e il futuro più preparati.
La divulgazione di questo progetto avviene in diverse modalità: siamo noi stessi ad accompagnare i visitatori, ci avvaliamo del supporto di Artsystem e delle loro guide professionali ed infine utilizziamo gli strumenti della modernità i “social media”.

2) Picasso, Fontana, Ontani, Sottsass, hanno elevato la ceramica e il vetro al massimo della potenza formale e creativa. La vendita può, attraverso internet, essere diffusa su larga scala anche per un prodotto così esclusivo come il vostro?
I mezzi attuali, internet, social media e lo shop on line, permettono di raggiungere clienti e mercati maturi e remoti, dove prima non avevi distributori oggi ti possono vedere ed apprezzare. Tuttavia sarei molto cauto nel parlare di diffusione in larga scala: si tratta sempre e comunque di un prodotto fatto a mano, con dei tempi a volte incerti che la vendita on line molto spesso non ti perdona, ad alto valore aggiunto e quindi esclusivo per un mercato selettivo.

3) Il salone del mobile rimane uno degli appuntamenti più efficaci per lo scambio e la divulgazione nei mercati delle aziende italiane. Il risparmio energetico, la riduzione dello spreco e l’utilizzo di materiali ecosostenibili sono diventati pratica comune nella produzione. Come si allinea e si aggiorna  la vostra azienda in questa politica?
La sensibilità verso l’ambiente e la percezione dell’importanza assunta dalla questione ambientale sono sempre più presenti nell’agire aziendale.
Ricicliamo circa il 30% del vetro fuso monocromatico, facciamo un uso più attento e controllato del processo di combustione cercando di minimizzare le emissioni in atmosfera delle polveri sottili con processi di filtraggio delle stesse, trattiamo le acque reflue di lavorazione e le riutilizziamo nei processi produttivi nei limiti consentiti e possibili.
Ulteriori innovazioni potrebbero essere applicate con un più complesso progetto di riconversione del processo produttivo rivolto allo sfruttamento dell’energia termica, ora dissipata.

4) L’inclinazione e il ritorno del glam sia formale che cromatico è una conseguenza della rievocazione dello stile degli anni 70’ che nel design NassonMoretti si riscontra nei policromi Sasso e nelle lignee sinuose di Snake. Attuate sempre indagini e ricerche per poi rinnovare una parte della produzione?
La ricerca nelle forme e nei colori è nel nostro dna da sempre, progettiamo ogni sei mesi con i nostri collaboratori o avvalendoci di stimati designer le nostre nuove proposte senza mai dimenticare le nostre origini e la purezza del nostro segno.
I colori sono la forza della vetreria muranese, in particolare: 22 tonalità di verde, 9 sono i bleu, i colori opachi, le mezze tinte…una cultura ed esperienza senza pari.

5) Il maestro vetraio sta a mano mano scomparendo. Per voi questo ruolo si tramanda ancora da padre in figlio, una continuità generazionale che è considerata all’estero un patrimonio e una memoria da tutelare e procrastinare. Esiste l’apprendistato nella bottega o si attua direttamente in fornace in azienda?
Direttamente in fornace come ai vecchi tempi e come accadeva nelle botteghe artigiane dove il mestiere si imparava osservando e provando, con un po’ più di attenzione all’educazione e al rispetto delle persone.

6) Con che criterio scegliete il designer o l’artista per aggiungere un’altra nuova linea? Vi affidate anche a delle ricerche di mercato? O coltivate solo un vostro numero ristretto di clienti con la collezione già esistente?
Gli stimoli vengono dall’osservazione della attualità e della realtà che viviamo quotidianamente, vengono poi trasmessi ai nostri collaboratori e designer che interpretano con i loro occhi ciò che ricerchiamo, tuttavia la frequentazione, i rapporti interpersonali e il confronto sono la migliore ricetta per raggiungere lo scopo e lo sviluppo di una nuova linea che poi si sposi la filosofia aziendale.

7) La sezione dell’esposizione/museo visitabile e da consultare come un archivio permette un confronto con la storia della produzione con quella della nostra società. In questo senso, avete previsto anche un video per la divulgazione nelle scuole e nelle accademie?
Non ancora ma raccogliamo il suo suggerimento. Potrebbe essere un’ottima idea volta alla divulgazione di un saper fare e di uno stile di famiglia che si rinnova da cent’anni sino ai nostri giorni e che ci piacerebbe tramandare come stile di vita.

www.nasonmoretti.com

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