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Perfetti sconosciuti

27 Marzo 2020
1.249 Views
di Noemi Stucchi

Dopo Immaturi e Tutta colpa di Freud, con Perfetti sconosciuti Paolo Genovese torna a raccontarci una storia di amicizia, amori, segreti e tradimenti. La neocommedia italiana, uscita nel febbraio 2016 e prodotta da Medusa Film con la realizzazione di Lotus Production (società di Leone Film Group), ha vinto il David di Donatello come miglior film dell’anno aggiudicandosi anche il premio per la migliore sceneggiatura al Tribeca Film Festival di New York. Riportando i ringraziamenti del regista, merito speciale va a « (…) A tutti gli attori perché senza di loro questa sceneggiatura sarebbe niente», con tanto di dedica agli sceneggiatori che hanno collaborato al film: Rolando Ravello, Filippo Bologna, Paolo Costella e Paola Mannini.

Un evento unico come un’eclissi lunare diventa la scusa per un gruppo di amici di vecchia data per condividere un momento conviviale. Tutto il film si sviluppa intorno a un tavolo, nel tempo di una cena. I padroni di casa, Eva e Rocco (Kasia Smutniak e Marco Giallini) sono una coppia apparentemente serena e benestante. L’unico motivo di turbamento sembra essere Sofia (Benedetta Porcaroli), la figlia adolescente. Gli invitati sono i coniugi Lele e Carlotta (Valerio Mastandrea Anna Foglietta), i novelli sposi Cosimo e Bianca (Edoardo Leo e Alba Rohrwacher) e Peppe (Giuseppe Battiston), disoccupato professore di ginnastica. Dopo aver annunciato che sarebbe venuto accompagnato da Lucilla, la nuova compagna, Peppe si presenta da solo con una scusa deludendo le aspettative degli altri commensali.
In un lento progredire a suon di rivelazioni, le tre coppie più Peppe metteranno a dominio pubblico tutto ciò che non hanno mai detto scoprendosi reciprocamente dei “perfetti sconosciuti.”

Durante il corso della cena i cellulari vengono messi sul tavolo per condividere ogni messaggio e ascoltare in viva voce ogni chiamata in entrata. Qualcuno insinua come molte coppie non sopravviverebbero se vedessero il telefono del partner. Una sfida forse, a cui nessuno sembra sottrarsi per dimostrare che tanto non c’è niente da nascondere. Ben presto ci accorgiamo che, chi più chi meno,  nessuno è escluso dall’avere uno scheletro nell’armadio. Quasi inutile dirlo, il gioco avrà dei risvolti drammatici con ripercussioni che andranno ben oltre ogni previsione.

«Già da qualche anno avevo in testa l’ipotesi di una storia sulla vita segreta delle persone, ma non sapevo bene come raccontarla. Mi aveva molto colpito una frase di Gabriel García Márquez. Diceva che “Ognuno di noi ha una vita pubblica, una privata e una segreta” »[P.Genovese]

Oggi non riusciremmo a vivere senza cellulare. Come viene ribadito nel film è quella “scatola nera” che contiene lo scorrere delle nostre vite, un oggetto tecnologico custode della nostra memoria. L’idea di Genovese di portare sul grande schermo un tema attualissimo come quello dell’influenza tecnologica nelle relazioni umane diventa motivo di riflessione sul tema della privacy e della fiducia reciproca.

La trama si complica quando Lele chiede a Peppe, che ha lo stesso cellulare, di scambiarlo di nascosto per non compromettere la propria relazione coniugale. Come tutte le sere, alle dieci in punto gli sarebbe dovuta arrivare una piccola foto innocua da una certa ragazza conosciuta in chat. Un grande favore per un amico in difficoltà, ma in fondo Peppe non ha niente da perdere… da qui lo scambio delle parti, un gioco di ruoli capace di rivelare ogni identità.

Lo sviluppo della trama assume toni radicali in un crescendo di accadimenti che volgono in tragedia, ma tutto si risolve nella magia di un’eclissi lunare. Senza rivelare l’effetto a sorpresa, alla fine cambia radicalmente il punto di vista e viene mostrato quel “cosa accadrebbe se” portato all’estremo delle sue conseguenze.

Merito del cast per l’interpretazione. I personaggi vengono presentati come figure complesse e verosimili tanto che lo spettatore  non può che provare compassione per quei personaggi in cui un po’ si rivede. In fondo, come rivela Marco Giallini nel ruolo di Rocco, siamo tutti un po’ frangibili.

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