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Sicilia: doni del paesaggio e intrecci della storia

3 Luglio 2019
1.434 Views
di Cristina Ruffoni

“I popoli sono stati cancellati dai Governi e ridotti a pura massa”
Giacomo Leopardi

 

L’avventura imprenditoriale e creativa di Raffaella Verri nasce da un desiderio condiviso e un sogno espresso dal padre, sua figura costante di riferimento, soprattutto dopo la sua scomparsa, che si è tradotto e ha preso vita in un spazio in Via Moscova 7 a Milano: “Couturier Maestri d’Arte”, che incarna e rappresenta la passione per la Sicilia e l’identità della ricchezza storica e artistica italiana.
La sua fondatrice ha intuito che proprio nell’epoca del disincanto, della crisi economica e dell’indeterminazione dell’omologazione globale, perseguire un progetto diverso e controcorrente, caratterizzato dalla salvaguardia della storia e dalla ricerca culturale e artistica, non sarebbe stato solamente necessario ma addirittura vincente. A lungo le passioni, sono state condannate come fattori di turbamento o di perdita della ragione e diverse strategie sono state elaborate per estirparle e addomesticarle. Soprattutto dal punto di vista della società, sono state veicolate e trasformate in strumenti di condizionamento e dominio politico.

La passione inevitabilmente rivolta al futuro è, per Raffaella Verri e i suoi collaboratori, una geometria e uno scenario di scambio che si alimenta di bellezza e immaginazione. Senza più distinguere tra tradizione e innovazione, etica ed estetica, sperimentazione e alto artigianato, sono stati scomposti e ricombinati, in nome di una versatilità e una trasversalità oltre che di una salvaguardia, ambiti come la fotografia, l’architettura, l’oreficeria, l’arredamento, la decorazione, la pittura, il design, fino ai tessuti e agli abiti come espressione di una narrazione ininterrotta antropologica e artistica.
Il disordine mondiale a cui assistiamo in questi tempi si può tradurre forse nella paura dei popoli di perdere quell’identità e caratteristiche specifiche in riferimento alle quali ciascuno conosce se stesso. Raffaella Verri, mettendo in atto la sua visione, si contrappone all’opacità e impenetrabilità di un fenomeno in cui non è più leggibile il senso e l’utilità della storia. Le grandi migrazioni, che sono oggi fonte di cambiamenti geopolitici e turbamento, sono state invece nei secoli, per la Sicilia, un terreno e uno strumento di conoscenza, assimilazione e processo di arricchimento, che ricompone ed è evidente in ogni manifestazione di questa Regione, dalla cattedrale con influenze arabo-saracene, alla decorazione di stucchi barocchi che ricordano gli accostamenti arditi dell’Andalusia.

Dalla spalliera da letto Paliotto, interpretata come un quadro, all’abito-scultura che evoca una libertà da tutti i condizionamenti della moda, fino ai gioielli simili a piante e frutta con il corallo prezioso di Sciacca, lo spazio da Couturier ci ricorda che la creatività non è produzione di cose nuove ma sempre al servizio del “sorprendente”, lo stesso che alimenta la filosofia che come vuole Aristotele, è nata dal dolore e dalla meraviglia.

L’idea e la realizzazione di Couturier non sono limitate da un luogo e da una città ma si traducono in una narrazione e un brand da esportare e diffondere a livello internazionale. Acapulco, Sidney, Boston, Pechino, Bali, Beirut, potrebbero essere alcune delle future destinazioni per far conoscere e trapiantare l’eccellenza della tradizione e dell’arte siciliana e italiana, esaltate e interpretate da linguaggi differenti e tecniche innovative. Un progetto così ambizioso e visionario necessita di una collaborazione di esperti e studiosi. Come si lavora confrontandosi e ispirandosi a vicenda?

La ricerca della bellezza, della qualità e dell’eleganza si basa su uno studio rigoroso che va oltre le dinamiche meramente economiche e commerciali. Mettere insieme tutti i tasselli di questo complesso puzzle non è stato facile: ogni elemento doveva coincidere e coesistere con l’altro per creare un disegno affascinante e unico. Il concept, unificato a Milano al numero 3 di Largo Donegani (entrata in Via della Moscova 7) è stato creato sotto la direzione artistica dell’architetto Sebastiano Provenzano. Stilisti, creativi, artisti e fotografi daranno forma a redazionali e oggetti con un’identità, una storia nella loro unicità ma condivisibili con tutti coloro che ne vorranno cogliere la reale essenza.

La contaminazione e la multimedialità sono già una realtà, se pensiamo ai pannelli fotografici degli interni dei palazzi palermitani di Giuseppe Fiorentino, secondo le indicazioni della storica Tiziana Serretta. Solamente uno dei tanti sodalizi attuati e possibili. Nella scorsa edizione della Design Week a Milano avete partecipato e proposto questi risultati. Intendete proseguire con questo tipo di sperimentazione?

Il negozio fisico sarà sempre più un luogo con una forte connotazione di esperienza. Nel concreto, le tecnologie saranno impiegate a generare una stimolazione sensoriale il più possibile completa. Non solo immagini e suoni in grado di trasformare il grado di coinvolgimento ma anche l’utilizzo di simulazioni tridimensionali in ologrammi. Creatività e intuizione trasformate in impresa, un nuovo concetto di mecenatismo e valorizzazione dell’imprenditoria italiana. Ricerca e selezione accurata dei brand saranno uniti da un unico patrimonio culturale ed artistico italiano e soprattutto siciliano.

Dopo l’assuefazione e il bombardamento del marchio modaiolo, voi proponete l’unicità e il valore intrinseco della Storia e dell’artigianato diffuse a livello internazionale e ad altissimo livello. Questa operazione complessa e articolata presuppone una ricerca sul campo dell’eccellenza nelle botteghe che in Italia, specialmente a Milano, rischiano di scomparire. Un esempio il vostro che dovrebbe essere imitato soprattutto dalle nuove generazioni?

Il concept fin dalla sua apertura nel febbraio 2019 sarà soggetto per 12 mesi a un monitoraggio per il raggiungimento degli obiettivi economici al fine di sviluppare il format a livello internazionale. Il risultato delle sperimentazioni rafforzerà la credibilità dell’azienda consolidando il know-how e creando le basi di una strategia di sviluppo del progetto franchising.

Il concetto di lusso come ostentazione e privilegio non vi appartiene. È attraverso l’unicità, la conoscenza e la creatività che si può mettere in atto una rivoluzione della mentalità oltre che del gusto. Anche Internet e il virtuale possono essere indirizzati e impiegati nel giusto modo in questa direzione, come state già facendo con i vostri filmati?

Storia e cultura saranno in collegamento direttamente con il futuro grazie alle nuove tecnologie come i Ledwall che trasmettono temi e evocazioni facendo vivere agli ospiti una vera e propria experience di garantito impatto e condivisione culturale. L’esperienza sensoriale sarà una delle chiavi per differenziare il retail fisico da quello online. Uno scenario che rievoca i fasti del Regno delle due Sicilie, un’esperienza sensoriale fra storia ed eleganza, oggetti d’arte, fotografia, creazioni stilistiche e gioielli.

“ATELIER” potrebbe essere intesa anche come galleria d’arte, dove esporre e promuovere nuovi e consolidati talenti, con il leitmotiv ispiratore della Sicilia. Anche questa prerogativa crea un ponte e fusione tra un’indagine sul territorio e una visione futura di manufatti, linguaggi e iconografie. Una forma innovativa di mecenatismo imprenditoriale all’avanguardia?

Certamente, di volta in volta, impreziosiranno il concept le permanenti e mutevoli esposizioni di arte orafa siciliana che, partendo da Fulvio di Verdura, sono andate indietro nei secoli alla ricerca di quello che può essere definito “La fatale attrazione dei Siciliani”. Si arriva così, alla riscoperta della corona di Costanza d’Aragona, XII secolo, considerata uno degli esempi più fulgidi di oreficeria siciliana, eseguita nelle “mitiche” nobili officine palermitane. In questi “Atelier”, unificati all’interno delle mura del palazzo Reale, lavoravano in magica simbiosi orefici, tessitori ed artisti locali, arabi, bizantini ed ebrei che fecero di Palermo la capitale artistica del tempo.

La trasformazione dell’uomo non è affidata alla novità delle cose, ma alla novità del punto di vista da cui le cose sono guardate. È quello che si percepisce all’interno del vostro spazio e che induce a pensare che il modo con cui pensiamo all’uomo nell’età della tecnica non funzioni più.

Il progetto Couturier-Maestri d’Arte nasce dall’esigenza di raccontare e valorizzare la vera essenza della cultura, dell’arte, della storia e dell’identità della Sicilia, attraverso una personale visione dello stile e dell’eleganza, veicoli imprescindibili di alti valori culturali.

www.couturiercompany.com
Largo Donegani, 3
angolo Via della Moscova
Milano

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