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Space Jam 2 New legends – Jam e salamoia in salsa camei

di Francesca Bianchessi

“I believe I can fly (uoh) I believe I can touch the skyyy” vi è venuta voglia di giocare a basket? Questo vuol dire che avete visto Space jam, il film del ’96 con Michael Jordan. Oggi parliamo del suo secondo capitolo, uscito a 25 anni dal primo e con protagonista LeBron James.

È importante fare un parallelo tra i due? Sì, perché l’idea di un secondo Space Jam girava dall’uscita (e dall’immediato successo) del primo capitolo. Era un film molto “pulito” se così si può dire (“fresco al limone” per citare Taz) e iniziava con un giovane Jordan che diceva di voler giocare a pallacanestro. Una volta realizzato il suo sogno, si ritira dal basket e inizia a giocare a golf, non solo nel film, ma anche nella vita reale. Questo a sottolineare un gioco di rimandi che in Italia, specie se il film l’abbiamo visto da piccoli, abbiamo fatto fatica a cogliere: il fenomeno Jordan era per noi un riflesso di quello che era negli Stati Uniti.

Per questo dico che il film era “pulito”: non conoscendo M.J. si poteva comunque ricavarne a sufficienza per apprezzare la pellicola. Mentre il campione si ritira, il mondo dei Looney Tunes viene invaso dagli alieni che li vogliono come attrazione nel loro luna park spaziale (tutto molto looney): decidono di giocarsela a pallacanestro. Gli alieni rubano il talento a delle star NBA, categoria in cui Jordan non rientra in quel momento, per vincere. Jordan viene rapito dai Looney per giocare. Questa era la trama del film e in mezzo i Looney Tunes che facevano cose pazze come nei loro cartoni. Nonostante tutte le follie portate in campo dai cartoons, il film rimane sempre sulla sua pista, fa vedere un buon gioco e intrattiene parecchio.

In parte questi elementi sono stati ripresi anche in questo New legends. LeBron è un campionissimo che, da bambino, per impegnarsi nel gioco, dovette rinunciare alle distrazioni aka i videogiochi. Diventando papà chiede a suo figlio lo stesso sacrificio, ma Don non vuole giocare a basket, lui vuole creare videogiochi. Il conflitto famigliare viene colto da un’Intelligenza Artificiale che trascina padre e figlio nel suo mondo digitale. Per liberarlo LeBron dovrà vincere una partita a pallacanestro, per farlo deve mettere su una squadra che, guarda un po’, sarà formata proprio dai Looney Tunes.

Le differenze principali tra i due film sono due: innanzi tutto il cattivo. Nel primo film lo scopo del boss alieno era chiaro e, di conseguenza, lo era quello dei nostri eroi. In “New legends” la I.A. vuole essere riconosciuto per i suoi metodi, nel momento in cui questo non accade, si vendica di LeBron, che l’ha insultato, e finisce per rapire una buona fetta di popolazione mondiale, per tenerla nel suo mondo per sempre. Si può dire che il cattivo di questo film, non abbia le idee chiarissime.

La seconda importante differenza è il modo in cui il film viene a svolgersi. C’è tanta preparazione alla partita, tanta ricerca dei Looney che sono dispersi nel mondo digitale. Questo mondo digitale è costellato da tanti personaggi e mondi proprietà della Warner (casa di produzione di entrambi gli Space Jam), il che non è un problema di per sé. Non credo, come è stato detto, siano stati fatti richiami esclusivamente per il marketing della Warner, non credo che nemmeno gli adulti vadano a vedere “Casablanca” solo perché l’hanno visto in Space Jam 2. Cosa che vale per tutti i vari inserti visti nel film, King Kong, Game of Thrones persino Rick e Morty, e infiniti altri e forse è questo il problema: sono tantissimi e si mangiano la storia. Si può dire che nel primo film ci fossero i Looney, nel secondo è diventato tutto Looney.

Un altro film pieno zeppo di citazioni ad esempio, è stato Ready player one, in cui parecchie scene hanno dei rimandi a personaggi cult, ma che rimangono camei, stanno sullo sfondo e quando li noti ti sorprendi, quando no non fa niente. Invece in New legends l’idea è che si siano presi la scena, al punto tale da farti dimenticare la partita al centro della storia.

Non fraintendetemi, il film rimane comunque di intrattenimento, anche se i bimbi, probabilmente, non capiranno gran parte delle comparsate. Una cosa che però lascia perplessi, e qui farò spoiler (saltate il paragrafo se non ne volete) è il finale. In un mondo in cui i cartoni muoiono se pucciati nella salamoia (vedi Chi ha incastrato Roger Rabbit?) che Bugs Bunny muoia è, o dovrebbe essere, perfettamente credibile. Invece, nel suo sacrificio finale, che poteva essere un momento toccante perché plausibile, rimane un po’ appeso nel “non ci crede nessuno”. Soprattutto poteva essere risolto, visto che si parla di videogame con una vita extra, come se ne trovano nei videogiochi, e non con un banale e non esplicativo, sopravvive perché i cartoni non muoiono. Qui si, si poteva fare un po’ di più.

Non sottolineeremo la perplessità tecnica di scegliere Titti come titolare, vero che in squadra hai LeBron, ma il canarino giallo pare una prima scelta azzardata. Ma una perplessità, rimandatami da internet, mi rimane: voi quanto ci avete messo a capire che Marvin il marziano arbitrava in Space Jam 1 perché sia Looney che alieno?

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