di Noemi Stucchi
Storia di Uliviero, proprio con la U. U come Ulivo, per raccontare quello strano caso del bambino trovato nell’incavo dell’albero centenario.
L’origine del curioso avvenimento viene svelato sin dalle prime pagine ma la vicenda verrà ricostruita nell’arco del racconto per tornare agli inizi della storia, come un cerchio che si chiude.
Uliviero nasce nel 1927 a Santa Lucia, un piccolo paese della Puglia rurale ancora ancorata alle tradizioni arcaiche delle gerarchie nobiliari. Uliviero è frutto di un’amore giovanile e travolgente tra Nennella, la figlia del mezzadro e il giovane barone Baldovino destinato a ereditare i possedimenti terrieri del padre. La sua nascita sarà tenuta nascosta da tutti tranne che a Nunzia che aiuta la sorella nel parto, unica custode di un enorme segreto. Appena quindicenne, Nennella nasconde il figlio nell’incavo di un ulivo secolare durante la notte. La mattina seguente l’avrebbe lasciato alla ruota dei frati con l’intenzione di poter tornare a prendersene cura quando i tempi sarebbero maturati. Ma l’indomani l’attende una brutta sorpresa. Gli ulivi non ci sono più.
Dall’altra parte dell’oceano, precisamente in California in un paese che, per un curioso caso di omonimia prende il nome di Santa Lucia, qualcuno sta aspettando un carico di ulivi provenienti dall’Italia. Amerigo D’Accorsi, proprietario terriero dal cuore grande figlio di emigrati italiani, lo adotterà come un dono venuto dal mare.
Come racconta l’autrice, lo spunto narrativo arriva da una vicenda che le viene raccontata da un amico di suo figlio. La storia del nonno che, da piccolo, sale su un furgoncino di animali e viene adottato dalla famiglia dei conducenti si cala, seppur nello sviluppo di un’ambientazione differente, nella storia di Uliviero.
La vita di Nennella, quella di Baldovino e di Amerigo sono legate da un filo invisibile. Le loro storie si innestano in quella di Uliviero come rami di un ulivo che si intrecciano. In un grande romanzo corale, le vicende dei personaggi si legano indissolubilmente per un curioso caso del destino, vero regista del romanzo. Genitori e figlio si incontreranno lungo il cammino senza che le vere identità vengano rivelate reciprocamente.
A partire dalla Puglia degli anni ’20, l’ambientazione si sviluppa negli anni’50 in quell’aria di cambiamento del dopoguerra che spinge i protagonisti a intraprendere i propri sogni al di là di ogni scommessa. In quel clima di volontà di rinascita culturale, Baldovino fa il pittore, Nennella si dedica alla recitazione mentre Uliviero alla fotografia. Attraversando un cambiamento epocale, i personaggi di fantasia del romanzo si muovono in un contesto storico reale ricostruito dall’autrice con precisione. Con uno sguardo internazionale siamo a New York nell’epicentro dell’arte moderna e della moda con Leo Castelli e Diana Vreeland. In un attimo siamo a Venezia con Peggy Guggenheim e a Roma con due protagoniste dell’arte dal calibro di Palma Bucarelli e Irene Brin. Siamo nella città dei salotti letterari, del Premio Strega con Elsa Morante e Alberto Moravia. Con un balzo, da “La dolce vita” e “Quo Vadis” di Cinecittà si passa a Hollywood, abitata da donne del cinema come Marilyn Monroe e Sophia Loren.
Milagros Branca conduce il lettore nel retroscena di quel periodo attraverso il racconto di eventi e incontri che hanno segnato un’epoca. L’autrice dedica il tempo della narrazione per delineare con precisione atmosfere immersive. Con ritratti precisi e mai abbozzati, i personaggi di fantasia vengono calati nella complessità del reale. Intraprendono scelte di testa e di cuore e sono combattuti tra sentimenti e ambizioni (basti pensare come Nennella allo stesso tempo sia Floriana, uno pseudonimo usato dall’attrice in uno sdoppiamento di identità).
Attraverso una scrittura semplice e diretta, Milagros Branca avvinghia il lettore pagina dopo pagina spinto da un profondo affetto per quei protagonisti che abitano la storia di Uliviero con le loro sfumature. Una favola dai toni surreali che riesce ad essere verosimile, dolce e amara allo stesso tempo.
Uno di quei libri che non si vede l’ora di vedere come va a finire ma che, subito dopo, dispiace di aver concluso. La storia termina lasciando uno spiraglio a una possibile continuazione. Non si vede l’ora del seguito.
MILAGROS BRANCA:
Nata a Milano nel 1962, Milagros Branca vive tra la campagna vicino a Varese, a Parigi e a Los Angeles. Studia Fotografia alla “Parsons School of Design” di New York e si dedica allo studio della Storia dell’Arte a Londra presso la casa d’aste “Sotheby’s”.Una passione, quella dell’arte, che farà rivivere attraverso i personaggi del racconto.
Pubblicazioni: “Conseguenza d’Amore” (La Tartaruga Editore, 2010), il libro fotografico “Accidental Poetry” (Skira Editore, 2016), “Storia di Uliviero” (Baldini e Castoldi, 2020).
Il libro è dedicato a Carlo, padre di suo figlio, vittima del Covid-19. L’autrice ha deciso di devolvere parte del ricavato a “Sempre con voi”, il fondo creato da Diego Della Valle da destinare ai famigliari del personale sanitario che ha perso la vita nella lotta al coronavirus.